Sono 12 le storie che Chiara Francini affronta e racconta con sguardo aperto, curiosità e ironia nella produzione originale laF realizzata da Stand By Me: protagoniste coppie, famiglie e gruppi di amici e colleghi, protagoniste di relazioni multiculturali e multietniche, capaci di raccontare – oltre le difficoltà, diffidenze, pregiudizi, burocrazie – storie ed esempi di un’integrazione, umana ed emotiva ancor prima che civile, dove tutte le differenze trovano un punto d’incontro in un profondo senso di uguaglianza, ricchezza culturale e rispetto reciproco oltre ogni confine.
Storie di famiglie multietniche italiane al 100% e storie di imprenditori multicolori che proprio grazie alle differenze hanno avuto successo e trovato nuove opportunità personali e di business. E ancora, storie di incontri tra culture lontane che hanno dato vita ad amori e percorsi di vita inaspettati, storie di eccellenza e di riscatto, fuori dagli stereotipi di genere e provenienza: come quelle della giapponese Mai che ha lasciato Tokyo per amore di un italiano e si è trasferita nell’Agro Pontino (con un seguitissimo canale YouTube) e quella di Dawda, rifugiato dal Gambia, innamoratosi della nostra lingua e anche della sua insegnante di italiano. Storie di#matrimonimisti tra meridionali e settentrionali del mondo – dall’Africa alla Sicilia, dalla Scandinavia alla Brianza, dall’India alla Toscana – e storie di eccellenza come quello di Kaoutar Badrane, prima avvocatessa italiana di origine araba che si occupa di diritti delle donne; storie di conversioni religiose per amore e storie di famiglie italiane multietniche e multicoloriche attraversano più generazioni e si allargano tra adozioni, matrimoni, figli di seconda e terza generazione.
E ancora, storie di imprenditori multietnici di successo, come l’atelier multiculturale di Prato, che ha sfilato anche per Pitti Moda, fondato da una imprenditrice serba, assieme ad una ragazza di nazionalità albanese e un’italiana e da un modello di origine albanese. Il salone di bellezza multiculturale a Roma dove lavorano una ragazza brasiliana, un’inglese e un apprendista egiziano assieme a uno stagista nigeriano: tutti amici inseparabili, ancora prima che colleghi.
Per capire in modo più profondo ogni storia, Chiara Francini nel suo viaggio si affianca a professionisti ed esperti che nella loro attività toccano con mano queste realtà: Alberto Mascena, terapista di coppia e presidente dell’associazione italiana coppie miste; Laura Tucceri, wedding planner; Don Steffano, prete di periferia che officia messa in varie lingue per farsi comprendere da tutti; Andres Upegui, chef e critico gastronomico; Paolo Gasparini, specialista in genetica delle popolazioni; Lauricella Ninotta, preside di una scuola multiculturale, la Pisacane di Roma; Gian Ettore Gassani, avvocato di coppie miste.
Simbolico il punto di partenza di ogni puntata, l’Osservatorio astronomico di Monte Porzio Catone (Roma), metafora di curiosità e di volontà di ricerca, luogo ideale per interrogarsi su cosa siano oggi i confini e su come affrontare l’ignoto, insieme a all’astrofisica e divulgatrice Elisa Nichelli.
“Con Love Me Stranger – racconta Chiara Francini – ho imparato a domandarmi se il termine straniero non sia diventata esso stesso una parola straniera e se la realtà e la nostra società siano ancora una volta molto più avanti di quello che pensiamo. Si dice che gli opposti si attraggono e cosa c’è di più opposto – in apparenza – di due persone che provengono da culture, lingue e paesi diversi?“.
Attrice e scrittrice, autrice dei romanzi “Non parlare con la bocca piena” (Rizzoli, 2017) e “Mia madre non lo deve sapere” (Rizzoli, 2018), Chiara Francini in ogni puntata si fa interprete di chi vuole conoscere e comprendere qualcosa in più dei mutamenti della società italiana, sia quelli manifesti che quelli più nascosti, ascoltando chi li sta vivendo in prima persona e cercando di capire dove e come stiamo cambiando.