Stephen King, pandemia? Mia nipote ne parlerà ai figli

Perfino Stephen King e’ scosso dalla pandemia da Coronavirus. “Mia nipote la raccontera’ ai suoi figli cosi come mia madre ci raccontava della Grande Depressione”, ha detto il re dell’horror in un’intervista alla National Public Radio in cui si e’ detto “dispiaciuto” perche’ l’emergenza di questi giorni somiglia troppo ai capitoli dei suoi romanzi. “E’ la mia unica risposta a chi mi dice che sembra di vivere dentro un mio racconto”, ha detto il 72enne scrittore dalla sua casa di Bangor nel Maine. Secondo King, una pandemia come quella del Covid-19 “era inevitabile prima o poi” in una societa’ come la nostra dove il viaggio e’ una parte essenziale della vita quotidiana. Inevitabile e’ anche che che lo stress di questi giorni lasci un segno indelebile sulle nuove generazioni: “Ricordo quando mia madre ci parlava della Grande Depressione. Aveva lasciato una cicatrice, un trauma. Penso che mia nipote, che e’ chiusa in casa, che non puo’ vedere gli amici, puo’ solo parlarci su Skype di tanto in tanto, ne parlera’ ai suoi figli quando si lamenteranno di non poter uscire. Gli dira’: ‘Avreste dovuto esserci nel 2020, quando siamo rimasti in casa per mesi di seguito perche’ avevamo paura del virus’. Nel suo quarto romanzo, “The Stand” del 1978, Stephen King aveva fatto rabbrividire raccontando di un virus influenzale modificato biologicamente in una base militare in Texas che provoca una pandemia letale a quasi tutta l’umanita’. In marzo, quando gli Usa si erano trovati nella morsa dell’epidemia, lo scrittore aveva rassicurato su Twitter i fan: “Covid-19 non e’ cosi’ grave e nella maggior parte dei casi si sopravvive. Mantenete la calma e prendete tutte le precauzioni necessarie”.

ANSA

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