Da Chiambretti, c’è Morgan. E la noia è servita

(di Tiziano Rapanà) Un forte suono mi svegliò di soprassalto. Erano le 23. Dormivo beatamente da 3 ore. Non è la prima volta che mi succede di addomentarmi così presto. Non vi consiglio di andare a letto con le galline, perché il rischio è di ritrovarsi alle 3 del mattino a girare in stanza come dei dannati. D’inverno mi appisolo sempre più presto e in orari anche impensabili. Complice la stanchezza o non so cosa, talvolta capita di addormentarmi alle 20. A svegliarmi così brutalmente era stato WhatsApp, che rumorosamente – avevo dimenticato di lasciare il cellulare in modalità silenziosa – mi aveva informato di aver ricevuto un messaggio. Un amico. bontà sua anche mio lettore, mi aveva avvisato della presenza di Morgan, nella trasmissione di Chiambretti su Rete 4: “C’è Morgan da Chiambretti… un delirio totale, un caravanserraglio pazzesco. Scrivici qualcosa, se l’hai visto, altrimenti vallo a rivedere domani su Mediaset Play”. Quando ti arrivano a quell’ora messaggi di questo tipo, i casi sono due: o gli rispondi imprecando tutti i santi presenti nel calendario, oppure soprassiedi. Per fortuna, ho scelto la seconda via che porta (forse) alla saggezza. Stamattina ho ricevuto su WhatsApp altri messaggi da parte di due amici (in verità, più conoscenti che amici) che mi invitavano a parlare di Morgan e della sua ospitata. Tutto questo interesse mi ha incuriosito: cosa ha fatto di così particolare Morgan da Chiambretti? Decido, dunque, di cercare su Mediaset Play il pezzo incriminato di #Cr4, la Repubblica delle donne, il programma che ha segnato il debutto di Piero Chiambretti su Rete4. Di Marco Castoldi in arte Morgan, classe 1972, ammiro la capacità di riuscire ad essere sempre al centro dell’attenzione. Già dai tempi di X factor, Morgan riusciva sempre a farsi notare. Poi venne la questione della droga a Sanremo 2010, i fatti personali con Asia Argento e Jessica Mazzoli… ogni scusa era buona per stare al centro della discussione. Bene o male, sembrava non importare: purché se ne parli. Purtroppo tutto questo ciarlare attorno al personaggio Morgan ha oscurato l’artista, il grande e simpatico genialoide. Non ha mai scritto capolavori, però ha realizzato – soprattutto con i Bluvertigo, la sua band per eccellenza – delle cose notevoli. Tra l’altro, Morgan è un caposaldo emozionale di ciò che resta della memoria della mia infanzia. Ricordo ancora come un incubo, il videoclip di Sovrappensiero dei Bluvertigo, che passava e spassava per la mitica emittente Tmc2: momenti di terrore puro, per quella testa finta di Morgan presente a fine filmato. Ma cosa ha fatto di cos’è formidabile Morgan da generare tutto questo interesse? Non lo so. La sua partecipazione è stata per me insostenbile, tanto da non riuscire a reggere più di 20 minuti di trasmissione. 20 minuti di insopportabile arroganza, dove il nostro con l’ukulele di ordinanza e papillion spompato si presenta come il Joker della situazione pronto a far casino, a sparigliare le carte. E Chiambretti divertito gli fa da sparring partner. Morgan canta e suona tra ukulele e pianoforte, la terrificante hit sanremese Rolls Royce di Achille Lauro. Canzone orribile, inspiegabilmente diventata un oggetto di immediato culto, che Morgan esalta con lodi sperticate. Ovviamente approfittando di attaccare e denigrare l’ottimo lavoro di Striscia la notizia, che ha svelato il vero significato della canzone (parla di droga). Per Morgan, Rolls Royce fa parte della nobile tradizione della “canzone della vettura”. Tra queste canzoni spunta Giorgio Gaber e la bella Torpedo blu, ma si scorda di citare l’alttrettanto bella e forse più popolare  canzone Taxi, portatata al successo dal cantante francese Antoine (quello di Pietre). Poi Morgan dice la sua sulla musica – con tanto di allusivo pregiudizio sull’opera di Gianni Morandi – e altre quisquilie varie da novello Carmelo Bene in versione ultra pop. Non capisco dove sia il delirio. Questi amici si accontentano di poco. La forza creativa del Morgan televisivo si sta ormai estinguendo. Il cantautore è sempre più prevedibile e ordinario nelle ospitate tv. Morgan non riesce più a stupirmi, mi annoia e basta. I ghiribizzi e i sussulti d’imprevedibilità li ho visti solo quanto Morgan è stato ospite, negli ultimi anni, nel salotti di Red Ronnie. Altrove è insopportabile. E soprattutto inguardabile: i jeans strappati, sfoggiati nel programma di Chiambretti, non era il caso di indossarli.

tizianodecoder2@gmail.com

Torna in alto