Editoria, crolla fatturato dei libri di turismo e arte. Aie: aiuto immediato

Causa Covid, il settore registra un -80% sul 2019. Il presidente Levi: serve un aiuto per riorganizzazre business e offerta editoriale


Continua la crisi per gli editori di turismo e arte in Italia. Dopo un calo dei fatturati nel 2020 dell’85%, nei primi otto mesi del 2021 la perdita percentuale rispetto al 2019 arriva all’80%, secondo le segnalazioni delle case editrici del settore. Numeri che spingono l’Associazione Italiana Editori (Aie) a chiedere un intervento della politica, per assicurare i ristori necessari a proseguire le attività oltre la crisi, riorganizzando business e offerta editoriale.

“Dopo 22 mesi di fatturati in pesante calo e la fine della cassa integrazione Covid a giugno 2021, spiega il presidente di AIE Ricardo Franco Levi, molte case editrici hanno dovuto fare ricorso al credito bancario per continuare le attività”. “Sono necessari aiuti immediati per garantire la sopravvivenza di chi pubblica guide turistiche e libri d’arte”.

I numeri della crisi del turismo

La situazione è conseguenza della crisi più larga del turismo, per cui il governo ha stanziato 150 milioni per il 2022. 
Se nel 2019 erano state 220 milioni le presenze straniere, a fine ottobre 2021 l’Italia ne ha registrate circa 15 milioni. Una spia della situazione è il tasso di occupazione camere a Roma, che registra un calo del 63,6% rispetto al periodo gennaio/settembre 2019. 

Nei prossimi mesi, rimarca Aie, con il perdurare delle restrizioni di viaggio e di nuove varianti del virus, non sono previsti miglioramenti.

La crisi dei viaggi internazionali ha ridotto al minimo la domanda per le guide, riducendo gli introiti per i titoli di catalogo. E contemporaneamente l’assenza di visibilità sul futuro genera problemi nell’investire in nuove edizioni.

Difficile riorganizzazione

Gli editori di libri d’arte soffrono in particolare la crisi delle vendite nei bookshop museali i cui flussi di pubblico sono molto diminuiti. Le difficoltà legate alla pianificazione delle mostre, inoltre, costringono gli editori a mandare in stampa i cataloghi senza avere alcuna visibilità sul pubblico. 
In una fase in cui i costi per la carta e la stampa sono molto cresciuti (oltre il 20%), questo significa il rischio di dover mettere a budget un grande numero di resi o di non stampare abbastanza libri per far fronte alla domanda.

Molte case editrici si stanno muovendo – sia nel settore dell’arte che del turismo – per riorientare la loro offerta, ma per farlo sono necessari nuovi investimenti, difficili da fare con fatturati in forte flessione.

Primaonline.it

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