Carlo Verdone a “Oggi è un altro giorno” i 40 anni di “Borotalco”: il ricordo di Angelo Infanti e Lucio Dalla furioso

Carlo Verdone ospite di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno” su RaiUno. Ricorrono i 40 anni del film cult “Borotalco” di Carlo Verdone e il regista attore è stato infatti accompagnato Eleonora Giorgi e Rossella Infanti, figlia di Angelo Infanti, che vestiva nella pellicola i panni del leggendario Manuel Fantoni.

Carlo Verdone, Eleonora Giorgi e Rossella Infanti a “Oggi è un altro giorno”

Carlo Verdone ospite di Serena Bortone a “Oggi è un altro giorno” su RaiUno. Ricorrono i 40 anni dall’uscita del film cult  “Borotalco” e Carlo ha voluto ricordare Angelo Infanti, il leggendario Manuel Fantoni: «Gli devo molto – ha raccontato – L’ho visto per la prima volta a casa di Sergio Leone, bello, un po’ playboy, simpatico… ho pensato che era l’ideale per portare via Magda a Furio. Sergio mi ha detto di fargli un provino che alla fine è durato tre minuti, era fantastico…. E’ leggendario il monologo sul “Cargo battente bandiera liberiana”, che è un monologo riadattato da un mio vecchio lavoro radiofonico».

In studio anche la figlia di Angelo InfantiRossella, anche lei attrice, che ha raccontato un aneddoto sulla vita del padre: «C’era il guardiano del cimitero di Zagarolo che era in difficoltà a vivere lì e l’ha invitato a vivere a casa con lui. Rispondeva al telefono e papà gli aveva insegnato a dire ad alta voce il nome di chi chiamava per evitare di parlare con chi non voleva. In quanto caso lui diceva all’interlocutore: “No… il signor Angelo non c’è, è partito per l’America stamattina ma torna presto… stasera!”.  Papà si muoveva e rideva come Manuel Fantoni anche nella vita, ma era anche fragile e riservato. Mi ha lasciato una grande cosa, l’insegnamento di vivere con leggerezza. Saper sdrammatizzare è un dono e lui usava il sorriso contro i guai della vita. Sono anch’io attrice come lui, ma ultimamente mi sono allontanata perché ho avuto dei problemi di famiglia».

Le musiche di Borotalco sono state composte da Lucio Dalla, che all’inizio ha avuto da ridire: «Cominciarono a uscire delle striscioni del film per annunciarne l’uscita. La scritta musiche di Lucio Dalla era più grande della mia, che ero il regista, e di quello del nome del film. Mi ha chiamato arrabbiatissimo, ha detto che non si era mai vista una cosa del genere, voleva far sospendere la proiezione della prima. Poi è andato è ha ricevuto un grosso applauso come tributo. Allora mi ha chiamato e mi ha chiesto di scrivere il suo nome più piccolo la prossima volta».

Sul set Carlo Verdone cerca sempre di creare un ambiente rilassato: «Il clima sereno sul set è fondamentale, perché se non c’è leggerezza e unione è difficile. Quello dove c’è stata di più è stato nel film “Compagni di scuola”, che conta 19 attori e ci potevano essere gelosie e problemi, invece niente. Negli anni 70 c’erano ancora i registi che urlavano, ma quello è un modo per rovinare e mettergli ansia, invece devi essere premuroso e possibilmente farli anche ridere».

Eleonora Giorgi è stata coprotagonista di Borotalco: «Io ero fidanzata con un suo amico. Lui ci raccontava che in classe aveva un ragazzo pazzesco, che faceva imitazioni incredibili. Era Carlo! Un grande osservatore perché ha un grande amore per l’umanità, con voglia di raccontarla. Quando ho fatto “Borotalco” ero già famosa, arrivavo da Nino Manfredi e avrei poi lavorato con Mastroianni. Alcuni mi avevano sconsigliato di farlo, ma di quei film non parla nessuno invece Borotalco è rimasto nella storia. Carlo mi ha fatto fare il personaggio più bello della mia carriera, intelligente e candido. Una volta abbiamo fatto sei ciak di una scena perchè scoppiavamo sempre a ridere».

Leggo.it

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