“Solange aveva il diabete, ma nessuno lo sapeva”. Parla un medico

Solange aveva il diabete, ma non sarebbe questa la causa della morte. La conferma arriva da un sanitario, che vuol restare anonimo, ma che racconta come Paolo Bucinelli, morto a 68 anni nella sua casa di Mortaiolo, in provincia di Livorno, fosse in cura da anni nel reparto di malattie metaboliche e diabetologia dell’ospedale Cisanello di Pisa.

“Aveva un diabete di tipo 1 – racconta -, ma gli amici non potevano saperlo. Aveva chiesto a medici e personale sanitario di tenere nascosta la notizia”. Secondo questa persona, che lo conosceva bene, Solange aveva spiegato: “Il mondo dello spettacolo è particolare e pieno di persone pronte ad additarti se sei malato”.

In realtà, dice, non avrebbe “mai accettato la malattia. Si vergognava di dirlo. Gli abbiamo spiegato a più riprese che ormai è una patologia comune, con cui si può convivere, ma lui pareva rifiutarla. Aveva spesso delle crisi glicemiche che compensava mangiando dolci. Se le persone più strette non hanno mai visto siringhe di insulina è perché usava micro infusori”.

Vittorio Saltarelli, suo amico storico, forse il migliore che aveva, assicura di non aver mai saputo del diabete. “Rammento solo – racconta – che mangiava tanti dolci. E che una volta mi chiese improvvisamente di scendere dall’auto per andargli a prendere una bustina di zucchero. Ma alle cose pensi dopo”. A chi dice che Solange è morto solo l’amico rammenta che Paolo era “circondato da gente che gli voleva bene”. Era solo a casa in quel momento, perché solo abitava, ma mai nessuno lo aveva abbandonato. Passava ore al telefono con gli amici, nessuno si è mai dimenticato di lui. E lo dimostra il fatto che non appena non ha risposto per qualche ora qualcuno si è interessato di lui, come l’amica Francesca Vallini, che ha mandato una persona a vedere perché non rispondesse.

C’è chi, come Vladimir Luxuria, ha detto che si sarebbe lasciato andare, e ha ipotizzato il suicidio. Ma è surreale, almeno per chi lo conosceva bene. Solange amava la vita. E c’è chi ora, raccontando di ipotetiche amicizie di lungo corso, tira fuori ipotesi fantascientifiche. La verità è che Paolo, chi lo conosceva bene lo sa, dava amicizia a tutti, ma solo a pochi aveva dato davvero il cuore. Aveva un brutto carattere, era capace di litigare e non parlare con le persone per mesi, ma tornava sempre dagli affetti più sinceri, quelli ai quali non risparmiava belle parole come rimproveri.

“Ogni mattina – ricorda Saltarelli – mi lasciava un messaggio in segreteria telefonica e mi recitava poesie. Non ho mai sentito così tanti ‘ti voglio bene’ come da lui. Finiva sempre il messaggio con quella frase. Anche io ci ho litigato spesso, ma il bene è sempre rimasto immutato e ora provo un dolore immenso a sapere che il mio grande amico non c’è più”.

Solange non era una persona comune, era un concentrato di positività, di gioia di vivere. Donava agli altri quella pillola di felicità di cui tutti siamo costantemente alla ricerca. E se ha tenuto nascosto il diabete non è solo perché in qualche modo si vergognava, ma soprattutto, di questo siamo certi, perché non voleva far soffrire le persone che lo amavano. E oggi lascia tutti sorpresi, perché ha avuto il coraggio di sopportare da solo una malattia e la sofferenza.

Secondo fonti vicine agli inquirenti, per i risultati finali dell’autopsia ci vorrà ancora qualche giorno. Cosa certa è che la causa della morte, che non sarebbe direttamente legata al diabete, sarà comunicata ufficialmente solo quando il medico legale darà l’ok e che qualunque ipotesi è attualmente prematura. Come si ricorderà, alcuni giorni prima di morire Solange era stato in ospedale dove gli era stata riscontrata un’iperglicemia, ma non sarebbe stata la prima volta. I funerali avranno luogo a Vicarello, non appena si saranno risolte alcune questioni burocratiche.

“Vogliatevi bene – disse un giorno Solange a chi scrive – non smettete di volervene. Solo così, stando tutti uniti, potremo vincere. E vinceremo. L’amore è sempre la risposta e nessuna malattia potrà toglierci il sorriso se ci vorremo bene”. Il suo messaggio per dire al mondo che neanche la morte può togliere alle persone l’affetto per qualcuno. Spesso la tv e il mondo dello spettacolo lo avevano dimenticato, presi da altri personaggi, da questioni che sembravano più importanti di ciò che aveva da dire lui, ma lui non se ne lamentava, malgrado cercasse sempre di stare sul palcoscenico. “Lo faccio – disse una volta -, perché la gente sorride poco. Serve a molti un’endovena d’amore”. E forse negli ultimi tempi non sarà riuscito a donare qualche sorriso con una telecamera di fronte. Ma certamente lo ha fatto per strada, tra la gente, regalando quelle pillole di felicità che hanno fatto capire a tutti, purtroppo tardi, che cuore grande avesse e dimostrando che, forse, avrebbe meritato in vita quella considerazione che ora tutti gli riservano.

Chiara Giannini, ilgiornale.it

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