Mara Venier: «Con Giampiero Galeazzi se ne va un pezzo importante della mia vita»

Mara Venier piange. Ha appena saputo la notizia della morte di Giampiero Galeazzi. Non sa ancora nulla di preciso di come è accaduto ma forse non le importa neanche sapere troppi dettagli. Sa solo che il suo grande amico «bisteccone» non c’è più.

L’ultima volta che l’ha sentito Mara?
«Non ricordo. Ci mandavamo sempre tanti messaggi. Perché lui voleva scrivere un libro e ideare un programma. Era sempre pieno di idee. Ora che ci penso effettivamente era un po’ che non lo sentivo. Non sapevo che stesse così male».

Cos’era per lei Giampiero Galeazzi?
«Era una grande amicizia, un legame d’amore e complicità, era ironia e gioco. Devo a lui parte del successo di quelle Domeniche in. Ho mille ricordi. Giampiero è un pezzo di vita, un pezzo importante della mia vita che se ne va».

Lei lo volle a tutti i costi a «Domenica in». Come nacque l’idea e come lo convinse?
«Sì, io lo portai da 90esimo minuto a Domenica in. C’eravamo incontrati a New York per i Mondiali. Lui era sempre nel gruppo con me e Renzo (Arbore). La sera andavamo nei locali, ma io e bisteccone non sopportavamo il jazz, così dopo mezz’ora uscivamo e facevamo lunghe passeggiate. Una notte – io avevo già fatto la mia prima Domenica in – gli dissi “Dai porta 90esimo minuto dentro Domenica in , vieni con me. Lui mi disse: “È impossibile. Non mi daranno mai il permesso”».

Ed effettivamente dovette combattere per avere Galeazzi
«Sì, molto. Avevo tutti contro. La testata sportiva non voleva assolutamente. Andai dal direttore generale, gli spiegai bene il progetto e nonostante nessuno fosse d’accordo alla fine lui mi disse sì».

E cominciò l’avventura
«Sì, cominciò così il nostro lavorare insieme. E all’inizio forse neanche Giampiero stesso ci credeva, ma io avevo capito che lui poteva essere fortissimo, io vedevo oltre il giornalista sportivo. Cominciarono i nostri sketch. Quante risate..».

Lei aveva visto in lui l’aspetto comico?
«Sì perché era un uomo molto intelligente che sapeva spaziare».

La cosa più buffa?
«Diceva sempre che era ingrassato per colpa mia».

Maria Volpe, corriere.it

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