Marianna Vitale è la Chef Donna 2020: “Ragazze, non sentitevi emarginate, cambiate modo di pensare”

Marianna Vitale è stata eletta Chef Donna Michelin 2020 grazie al talento mostrato alla guida del suo Ristorante Sud a Quarto. Si è distinta per tenacia e determinazione, dando vita a un progetto di ristorazione di qualità al di fuori dei circuiti turistici. Oggi è un esempio per tutte le donne che vogliono fare carriera, a loro consiglia di cambiare modo di pensare e di non sentirsi emarginate.

Si chiama Marianna Vitale ed è una donna “da record“. Il 9 settembre 2020 ha ricevuto il premio speciale Michelin Chef Donna 2020 in occasione della quinta edizione dell’Atelier des Grandes Dames, un evento organizzato da Veuve Clicquot che ogni anno celebra il talento femminile nell’alta ristorazione. È chef del Ristorante Sud a Quarto, che fin dal 2012 riceve una stella Michelin, e si è distinta per la tenacia, lo spirito di avventura, la determinazione con cui ha dato vita a un progetto di ristorazione di qualità al di fuori dei circuiti turistici. Attraverso la cucina riesce a esprimere al 100% la sua personalità e, tra piatti classici della sua regione e ricette più elaborate e innovative, ha dimostrato di essere una delle donne chef più talentuose del panorama gastronomico italiano, una vera e propria eccellenza del patrimonio culturale del nostro paese.

È il quarto anno consecutivo che il premio Chef Donna 2020 by Veuve Clicquot va a una cuoca coraggiosa e non ordinaria, capace di imporre il proprio talento in un territorio non convenzionale. Prima di lei c’erano state Caterina Cerando nel 2017 con il suo ristorante Dattilo nella campagna calabrese, Fabrizia Meroi con il suo locale tra le nevi di Sappada, Martina Caruso, la cuoca dell’hotel di famiglia a Salina. A proposito di Marianna Vitale, gli ispettori della Michelin hanno dichiarato: “Abbiamo scelto lei per la tenacia con cui ha costruito un progetto di ristorazione di qualità al di fuori dei circuiti turistici della sua regione, per il suo spirito di avventura, rigore e leadership, per aver saputo leggere il territorio ma anche inventare”. Qual è l’obiettivo del riconoscimento? Dare visibilità a donne che non solo vantano talento ma che possono essere anche una fonte d’ispirazione per le giovanissime. Al motto di “Riuscire a fare alta gastronomia è sempre difficile, ma in questi luoghi sicuramente lo è di più”, la Vitale ha dato prova di rappresentare alla perfezione il senso del premio Chef Donna.

Marianna Vitale ha poco più di 30 anni ma ha già un curriculum di tutto rispetto alle sue spalle. È originaria di Napoli ed è proprio tra le sue strade che fin da piccola ha sviluppato la passione per la cucina. Si è laureata in Letteratura spagnola e, subito dopo gli studi, ha ottenuto un lavoro come guida turistica nel centro storico della città. Nel 2008, poi, è arrivata la svolta: per un anno è stata chiamata a fare esperienza tra i fornelli di Palazzo Petrucci a Piazza San Domenico, ritrovandosi ad affiancare Lino Scarallo, lo chef che le ha insegnato tutti i segreti della cucina del territorio. Insieme al marito e socio Pino Esposito, sommelier di Quarto, nel 2009 ha aperto poi il ristorante Sud, affrontando un’ardua sfida, visto che quella zona non è tradizionalmente frequentata dai turisti, come lei stessa afferma “è un luogo di abbandono e degrado”.

“Cambiate il vostro modo di pensare”: la Vitale è un modello da seguire
Il talento, però, l’ha ripagata prima del previsto: nel 2011 ha ricevuto la sua prima stella Michelin. Qual è stato il suo merito? A partire da ingredienti poveri e semplici, ha realizzato piatti “regali” che riescono a essere allo stesso tempo sia sofisticati che popolari. Da allora la sua carriera è stata in continua ascesa, è stata eletta Miglior cuoca d’Italia 2015 secondo Identità Golose e la Guida de l’Espresso, ha ricevuto il riconoscimento Chef Donna 2020 e ora ha intenzione di aprire una scuola di cucina per persona in difficoltà e di ampliare “Angelina”, la tavola calda che dovrà aprire due nuove sedi a Napoli. Nonostante le difficoltà, non abbandonerebbe mai il sud e, a proposito di un premio dedicato alle donne potenzialmente “sminuente” per il gentil sesso, afferma:

Lo è ma fino a che la cultura in cui viviamo fa sì che molte delle mie giovani dipendenti si dimettano perché il fidanzato, o peggio la famiglia, non concepiscono che una donna lavori la sera, di premi così ne servono eccome. Io stessa qualche anno fa facevo fatica a essere riconosciuta come un’interlocutrice. Per fortuna avevo un socio uomo, ma ci rendiamo conto? È grazie alla stella, e oggi a questo premio ancor di più, che non sono più invisibile. Per questo iniziative del genere servono. A noi e alle giovani che si affacciano a questo mestiere.

Qual è il consiglio che dà a tutte quelle che vogliono diventare donne di successo nel loro settore? Cambiare il proprio modo di pensare, non sentirsi emarginate in quanto donne e liberarsi dalla negatività. Solo in questo modo ci si sentirà davvero consapevoli del proprio talento.

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