L’ex leader del Pd crede molto in questa serie tv, anche per trasmettere un messaggio politico e culturale che lui stesso definisce «kennedyano» e «antisalviniano»: «Ne verrà fuori una grande battaglia contro la demagogia, il qualunquismo e la paura — riflette —. Bellezza contro odio, apertura contro protezionismo, Rinascimento contro oscurantismo». Le otto puntate dovrebbero essere trasmesse in primis in Italia il prossimo inverno: l’accordo con Mediaset, con Presta a fare da kingmaker sull’ingaggio, sembra ad un passo. Ma l’obiettivo, anche tramite le piattaforme internet, è divulgare la serie in tutto il mondo.
A Renzi andrà un cachet importante: alcune centinaia di migliaia di euro, la cui entità dipenderà però dal successo che avrà la distribuzione della serie. Ma l’ingaggio non sembra essere l’unico aspetto a cui tiene l’ex premier, che punta anche a rafforzare la visibilità all’estero, dove, anche grazie alla rete costruita nei mille giorni a Palazzo Chigi, viene spesso chiamato a tenere conferenze. La macchina cinematografica che lo seguirà sarà decisamente meno invasiva rispetto a quella di Six underground, il kolossal che Michael Bay, il regista di Armageddon, girerà per Netflix dal 22 agosto nel cuore di Firenze, tra inseguimenti ed esplosioni. La mega produzione di Hollywood pagherà alla città una cifra importante come «indennizzo» per i disagi che saranno causati, mentre più funzionari ministeriali e storici dell’arte che hanno già storto il naso per i pericoli a cui sarebbero sottoposti alcuni dei più importanti tesori custoditi nella culla del Rinascimento.
Claudio Bozza, Corriere.it