Il Favoloso Mondo di Amélie compie 20 anni e torna al cinema

Sembra quasi una bizzarra coincidenza che il ventesimo anniversario de Il Favoloso Mondo di Amelie cada in questo periodo di ripresa del cinema, in cui abbiamo più che mai bisogno di un film che ci faccia sentire bene. Bim Distribuzione riporta nelle sale italiane questo cult francese l’11 e il 12 Maggio ed è un’occasione da non perdere.

Qualche tempo fa ricordo di essere rimasta stupita da un articolo che accusava Amelie Poulin di “aver rovinato una generazione di ragazze”, poiché dal mio punto di vista se si facessero più film come questo, il mondo sarebbe un posto migliore. Un posto in cui le persone avrebbero tempo per far saltare i sassi sul canale Saint Martin o per affondare le mani in un sacco di legumi, senza correre da una parte all’altra della città in preda allo stress, alla ricerca di uno stile di vita incentrato sul consumismo.

Molte persone hanno confermato che la pandemia ha fatto scoprire loro l’importanza delle piccole cose. In effetti, quando sei costretto a passare tanto tempo a casa, da solo o con la famiglia, limitando di molto la vita sociale, puoi dare di matto o trovare un nuovo equilibrio, con te stesso e con il mondo che ti circonda. Pertanto sono convinta che rivedere al cinema Il Favoloso mondo di Amelie nel mezzo di una pandemia globale debba quasi essere prescritto come un vaccino anti-Covid per una bella iniezione di serenità e spensieratezza, ma soprattutto di voglia di ricominciare.

La commedia romantica e surreale di Jean-Pierre Jeunet, interpretata da una fantastica Audrey Tautou, ha aiutato intere generazioni a guardare la vita con occhi diversi. Amelie lavora come cameriera in un caratteristico caffè di Montmartre e ha l’abitudine di sognare a occhi aperti. La sera della morte della principessa Diana scopre una vecchia scatola di latta di un bambino che abitava nel suo appartamento anni prima e la ricerca del proprietario la porta a conoscere il vicino di casa Dufayel (Serge Merlin), un pittore introverso con una rara malattia che rende le sue ossa molto fragili. Da quel momento in poi inizia a orchestrare la vita delle persone con discrezione e generosità, dedicandosi alla felicità altrui. Questo la porta a incontrare Nino (Mathieu Kassovitz) e iniziare con lui una insolita storia d’amore.

L’idea di amore di Amelie è originale e unica. Con Nino lei vive un’avventura giocosamente romantica, proponendo la prospettiva di un introverso sull’amore con una fase di corteggiamento surreale, ma estremamente dolce e sincera. Il padre di Amelie è ossessionato da gnomi da giardino e la madre è rimasta uccisa da un suicida che si è gettato da un edificio proprio su di lei. Destino tragicomico che ha permesso ad Amelie di essere la ragazza sognatrice e sensibile che guida questa fiaba moderna e classica insieme, che profuma di tradizione ma lascia ampio spazio all’imprevedibilità.

Tanti personaggi stravaganti Amelie incontra lungo la strada, e con tutti instaura un rapporto diverso, portando avanti una storia visionaria, surreale e positiva. Al centro il suo compito principale: rendere felici le persone escogitando i modi più brillanti e originali per esaudire i loro desideri. Vede la bellezza in tutto e ci invita a rivivere i ricordi di un lontano passato, la nostra infanzia, senza preoccupazioni e responsabilità. La co-protagonista che rende tutto questo ancora più magico è sicuramente Parigi, che grazie a una fotografia suggestiva ed evocativa di colori contrastanti, diventa un parco giochi onirico e romantico in cui si sente la fisarmonica tra le vie e le tonalità seppia invadono le inquadrature, riportandoci indietro nel tempo. 

Infine, come dimenticare la colonna sonora composta dal polistrumentista minimalista d’origine belga Yann Tiersen, un abito cucito su misura per il film di Jeunet. Venti brani strumentali composti appositamente per il film tra cui sonorizzazioni di filastrocche, abbozzi di ballate sghembe, aperture per archi e tastiere e schizzi giocosi per un senso di magica nostalgia. Carillon, graffi di vecchi grammofoni, vibrafoni creano una melodia che cattura l’anima parigina bohémien.

elle.com

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