Ricky Memphis, voglia di bar e cappuccino

L’attore in ‘Un figlio di nome Erasmus’, disponibile a Pasqua

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Ricky-Memphis.jpg

“Che mi manca di più? Uscire e andare al bar per prendermi un cappuccino e cornetto”. Così Ricky Memphis, uno dei protagonisti di ‘Un figlio di nome Erasmus‘, racconta la sua quarantena vissuta a Roma con compagna e figli, Francesco di quattordici anni e Maria di sette. Cattolico praticante vivrà questa Pasqua “come tutte le altre, ma certo con meno festeggiamenti. Questa Pasqua – dice -, può essere un modo di meditare su quello che ci circonda. Devo dire però che amo stare a casa e così non soffro più di tanto ora che ci sono costretto. Ho solo paura per mia madre – aggiunge – che ha ottanta anni e vive da sola”. L’attore, conosciuto dal grande pubblico per aver interpretato il ruolo dell’ispettore Mauro Belli nella fiction Distretto di Polizia, confessa poi: “Certo mangio di più in questi giorni e sono sicuro che mi dovranno prendere con l’argano quando potrò uscire – dice scherzando -. Questo non vale certo per la mia compagna, una convinta vegetariana che mangia solo per sopravvivere”. Mentre tra i desideri di Memphis quello di interpretare un personaggio lontano dai suoi così caratterizzati anche dal forte accento romano: “vorrei fare un uomo normale, qualsiasi, a cui capita a un certo punto di vivere una cosa straordinaria”. In ‘Un figlio di nome Erasmus’ di Alberto Ferrari, commedia malinconica e leggera perfetta per la Pasqua – giorno in cui approderà sulle principali piattaforme VOD – spiega Memphis: “Interpreto Pietro, uno che voleva fare il batterista e si ritrova a fare l’agente musicale specializzato in cover band e che, tra i suoi clienti, ha una band simil-Pooh e un trap che lo maltratta”. Ma Jacopo è solo uno dei quattro amici quarantenni che, a distanza di venti anni dall’Erasmus fatto a Lisbona, si ritrovano in Portogallo. Oltre lui troviamo infatti Enrico (Daniele Liotti), architetto di nessun successo, Ascanio (Luca Bizzarri), dinamico operatore di corsi motivazionali per manager, e Jacopo (Kessisoglu) che ha intrapreso con successo la carriera religiosa, tutti chiamati a Lisbona per il funerale di Amalia. Ovvero la donna che tutti e quattro hanno amato da ragazzi quando facevano l’Erasmus. Amalia ha infatti lasciato un’eredità: un figlio concepito con uno di loro. Chi è il padre? Aspettando i risultati del test del DNA, i quattro amici decidono di andare alla ricerca di questo figlio in un viaggio on the road attraverso il Portogallo insieme ad una ragazza che si offre di aiutarli. Nel cast del film anche un cameo di Carol Alt. ‘Un figlio di nome Erasmus’ è, tra l’altro, un film pieno di primati. Intanto, è la prima produzione cinematografica targata Eagle, e poi è il primo lungometraggio ad alto budget che salta il passaggio in sala (previsto il 19 marzo) e approda direttamente sulle piattaforme streaming per quattro settimane dove sarà su Sky, Timvision, Chili, Google Play, YouTube, Rakuten, Huawei Video e Infinity.









ANSA

Torna in alto