Loredana Lecciso. Bella, enigmatica e ambiziosa. Anna Safroncik – la diva delle Tre rose di Eva – può rendere al meglio la sua figura.
Romina Power. Per un’attrice dal curriculum considerevole (ha lavorato pensate con il maestro del cinema, Abel Ferrara), ci vuole un’attrice dal curriculum altrettanto eccellente. Penso a Catherine Spaak: sarebbe perfetta per incarnare una donna che ha vissuto la gioia più totale e il dolore più cupo. Tra l’altro, la Spaak ha pure l’accento straniero che dà una credibilità in più nella costruzione del personaggio.
Yari Carrisi. Dei 5 figli di Al Bano, mi limito ad inserire lui, perché sugli altri 4 ho delle riserve, sui vari attori che potrebbero interpretarli. Yari, peraltro, l’ho conosciuto di sfuggita l’estate scorsa, vicino ad una filiale di banca in Lecce. Mi è parso un signore cortese. Ho trovato solo un po’ strana la presenza di alcuni petali di fiori nei suoi capelli. Per me, Francesco Monte – lo sfortunato ex isolano di Canale 5 – può interpretare Yari. Non conosco le sue performance attoriali (debutterà, peraltro, domenica con il sequel di Furore su Canale 5), però ho l’impressione che sia Monte che Yari Carrisi condividano un’interiorità tormentata, una che i reality (Carrisi ha partecipato ad un edizione di Pechino Express) non sono riusciti a tirare fuori.
Rita Dalla Chiesa. La migliore amica di Al Bano, che conosce la situazione meglio di chiunque. Ultimamente in tv – mi pare a Verissimo – si è espressa a favore della Lecciso. Paola Pitagora sarebbe perfetta per interpretarla.
Al Bano. Il patriarca di Cellino San Marco, conteso dalle due donne, non può essere interpretato da nessuno. Al Bano lo può fare solo Al Bano. Egli è un unicum assoluto, nell’arte così come nella vita, che può benissimo recitare sé stesso alla maniera del conduttore radiofonico Howard Stern, protagonista di un’autobiografia filmica sconosciuta in Italia. Lo tenuto per ultimo apposta, per costatare l’impossibilità di affidare il suo ruolo ad un attore.
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