UNA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI ARRIVA SU NETFLIX

Debutta sul servizio di streaming la serie tratta dai libri di Lemony Snicket che raccontano le disavventure degli orfani Baudelaire. Con Neil Patrick Harris nei panni del perfido Conte Olaf

150511153117-neil-patrick-harris-780x439L’autore Lemony Snicket vi avvisa subito: non dovreste guardare questa serie. Ma chi ha letto i libri sulle disavventure degli orfani Baudelaire da cui è tratta conosce la tiritera.
Come nel film del 2004 con Jim Carrey, ogni episodio dello show, su Netflix dal 13 gennaio, si apre con un avvertimento del narratore, che appare come personaggio, con il volto di Patrick Warburton: «Se vi interessano le storie con il lieto fine, vi conviene andare altrove». Per sicurezza, quando sembra esserci un barlume di speranza nella grigissima vita dei fratelli Violet, Klaus e Sunny, arriva il chiarimento: «Potreste sognare che giustizia e pace vinceranno, ma non è così che funziona questa storia».
Tant’è. Una serie di sfortunati eventi è una fiaba gotica, dark, surreale e tragicomica. Dice bene Variety: «È come se il cinema di Tim Burton incontrasse quello di Wes Anderson».
La prima stagione, di otto episodi, si ispira a 4 dei 13 volumi pubblicati da Daniel Handler con lo pseudonimo di Lemony Snicket (qui in veste di produttore esecutivo). Dopo la morte dei genitori, uccisi nel misterioso incendio che ha distrutto anche la loro bella casa, i tre Baudelaire finiscono nelle mani del malefico Conte Olaf (il bravissimo Neil Patrick Harris, che supera di gran lunga l’interpretazione di Carrey). Ma li prende sotto la sua tutela con il solo obbiettivo di liberarsene e di rubare il loro immenso patrimonio (a cui non hanno accesso finché Violet compirà 18 anni).
Mentre cerca di farli fuori, l’insopportabile Conte costringe i poveri orfani a occuparsi delle più infime faccende di casa, li tormenta con i suoi continui travestimenti (è un aspirante attore) e ostacola qualsiasi loro tentativo di entrare in contatto con altri adulti. Eppure, i tre riescono sempre a cavarsela, grazie ai loro talenti: Violet ha la fissa per le invenzioni, Klaus è un avido lettore, la piccola Sunny ha dentini «speciali» (per intenderci, riesce a masticare anche le pietre).
Visivamente, la serie è superba: l’uso dei colori «isola» il lugubre mondo del Conte da tutto il resto. Bella la sigla, Look Away, e i numeri musicali, merito anche della bravura di Harris, vincitore di due Tony Awards. Ci sono i dialoghi nonsense e i personaggi pittoreschi interpretati da diverse guest star, fra cui Joan Cusack, nei panni dell’ingenua giudice che abita davanti a Olaf.
Lo stile vi deve piacere. E ripetere così spesso che state guardando una vicenda deprimente, potrebbe farvi passare la voglia di seguirla. Ma non fatevi ingannare da Lemony Snicket.

Margherita Corsi, Vanity Fair

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