L’attentato di Strasburgo in tv

La tv di Maramalado

Ieri sera, la tragedia ha stravolto l’ordinaria amministrazione della tv. Molte trasmissioni hanno dato conto di quanto stava succedendo in quel momento. Alle 20 c’era stata una sparatoria nel centro di Strasburgo, in Francia, città che è la casa del Parlamento europeo, in una zona dove si trovavano i famosi mercatini natalizi. Probabilmente un attentato legato al radicalismo islamico. Scopro la notizia da Bianca Berlinguer. Avevo deciso di guardare #Cartabianca, su Rai3, luogo di nuova vita della conduttrice dopo la lunga esperienza da direttore del Tg3. La giornalista, vestita in un lungo abito verde, spiega che la trasmissione si adeguerà alla cronaca dell’attentato. D’istinto faccio zapping e scopro che anche il Tg2, con Maria Concetta Mattei, ha fatto un approfondimento sul caso e pure Barbara Palombelli, su Rete 4, con Stasera Italia ha scelto di occuparsi dei fatti di Strasburgo. E così Sky e tante altre emittenti minori. Quello che si sa è che è avvenuto a parlamento europeo riunito. Non si sapeva, subito, chi fosse stato l’autore della sparatoria. Incertezza sulle vittime, da 1 a 4. I programmi, presi di sorpresa, colgono lo stupore di chi è lì. Dalla Palombelli sono intervenuti telefonicamente sia l’eurodeputato Borghezio che il presidente dell’eurogruppo Tajani, che ostentava sicurezza («Mi sento al sicuro»). Tutti i racconti televisivi venivano corredati da video confusi, probabilmente realizzati con lo smartphone. Tajani è stato presente telefonicamente anche dalla Berlinguer ed in collegamento video al Tg2. Le sue sono abitualmente, e anche ieri, parole di circostanza, ovvie ma scusabili: è il presidente del parlamento europeo ed è dunque giusto che dica che «L’Europa non si fa intimorire» e simili. Oltre a Tajani, i giornalisti dei vari programmi raccolgono lo smarrimento e la paura degli italiani a Strasburgo. Dalla Palombelli si ascolta la testimonianza di Angela Mauro (Huffington Post): «Sono all’interno dell’hotel vicino ai mercatini. I poliziotti ci hanno intimato di restare qui, perché è ancora in corso la caccia all’uomo. Stavo andando al mercatino. Hanno chiuso il parlamento, non si può uscire da lí. Non tutti sono consapevoli di quello che è successo». Su La7 Bruno Vespa, ospite di Giovanni Floris a DiMartedì, dice di non essere stupito e che dobbiamo abituarci: gesti terroristici o follie di questo tipo non sono controllabili, contrastabili, risultano difficilmente prevedibili.
Il Tg2 raccoglie il commento dell’eurodeputata ed ex attrice Elisabetta Gardini (Forza Italia): «Avevo lasciato il parlamento e mi ero portata il lavoro in albergo. Non vado a cena, studiavo i negoziati sulla protezione civile. Mi sono subito messa in contatto con i colleghi della delegazione. Alessandra Mussolini era in preda al panico. È una cosa drammatica. Siamo tutti fermi dove ci troviamo. Non è possibile raggiungere i colleghi al parlamento. Tajani ha dato ordine ai parlamentari di non entrare né uscire».
Bianca Berlinguer intercetta telefonicamente proprio la Mussolini. Delle tante testimonianze, la sua è quella che mi coinvolge di più. Ha una voce flebile, da cui si intuisce un terrore profondo. L’europarlamentare si trova a pochissimi passi dal luogo dell’orrore. È sconvolta. Aveva provato a dire alcune cose al telefono, ma non si capiva nulla. La richiamano e allora racconta il suo stato di panico: «Sono a cento metri dall’attentato. Non sappiamo niente. Tajani ci ha detto di tornare in parlamento che è il luogo più sicuro. Ma come facciamo? Siamo qui chiusi nel ristorante. Non si può andare in giro». Sono attimi di apprensione che vivevo con interesse e preoccupazione, perché pensavo che l’incubo fosse ritornato. Anche se, in verità, non era mai sparito, forse noi lo avevamo sottovalutato. E Mauro Corona, lo scrittore nonché perenne ospite fisso in collegamento con Cartabianca, aveva affermato che «noi cittadini siamo rilassati».
I minuti passano e vorrei saperne di più. Le notizie che giungono sono confuse, i morti sono due o forse quattro, non si sa. Gli approfondimenti di Rai 2 e Rete 4 chiudono, e le reti tornano all’ordinaria amministrazione (rispettivamente alla messa in onda del talent Ristorante degli chef e della soap opera Il segreto). Anche la Berlinguer torna a trattare gli argomenti previsti in puntata. Da una lunga intervista a Zingaretti al confronto tra Maurizio Belpietro e Marco Travaglio sulla Tav (anticipato da un momento promozionale, in cui Travaglio ha presentato il suo libro Padrini fondatori, sulla presunta trattativa stato-mafia). Eppoi un altro talk con Armando Siri (Lega), Scanzi del Fatto, Stefano Cappellini (Repubblica) e Francesca Donato (impreditrice e presidente di eurexit, per parlare di Macron e del deficit nostrano). Dell’attentato, un rapido accenno sull’identità del terrorista (Cherif C., tanto per cambiare un radicalizzato) e sul bilancio dell’azione criminale, 4 morti e 11 feriti – anche se per Tajani, interpellato da Vespa, i morti resteranno 2. Poi niente di rilevante, niente testimonianze né tavole rotonde sull’accaduto. E menomale che la puntata avrebbe dovuto occuparsi soprattutto della tragedia. Se ne è parlato sì, ma non quanto era necessario. Ad un attentato avvenuto nel cuore dell’istituzione europea, bisognava dedicare lo spazio dell’intera puntata. E questo non vale solo per la Berlinguer, ma anche per gli altri canali. Rai 2 avrebbe continuato a raccontare almeno fino alle 23, idem la Palombelli. Le generaliste avrebbero dovuto dare più spazio in prima serata all’approfondimento. Soprattutto la Rai, che ha il dovere di fare servizio pubblico. Fortuna che al servizio ci pensa ancora Bruno Vespa, che con Porta a Porta ha dedicato un ottimo spazio di illustrazione ai fatti di Strasburgo.

M.

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