Meghan Markle, cosa c’è di vero riguardo ai problemi con il suo staff

Da settimane la duchessa di Sussex viene dipinta dai tabloid britannici come «dispotica» ed «esigente». Ma dietro alle dimissioni di alcuni membri del suo personale, lei non c’entra proprio niente…

Continui litigi, violente ramanzine e richieste assillanti. Da ormai alcune settimane, Meghan Markle è attaccata a raffica dai tabloid britannici che la stanno dipingendo «dispotica» ed «esigente» sul fronte professionale. Ad alimentare questa tesi, le recenti dimissioni presentate da alcuni membri del suo staff, su tutti la segretaria privata Melissa Touabti e la storica collaboratrice reale Samantha Cohen. In realtà però, stando all’attenta analisi di E! News, le decisioni dei membri del personale non dipenderebbero dai comportamenti della duchessa.

Tanto per cominciare, Samantha – soprannominata «la pantera» – già in estate aveva avvertito la regina della sua volontà di dimettersi a breve: lei, che durante un viaggio a Londra 17 anni fa vide per caso l’annuncio di lavoro reale, pensa sia arrivato il momento di tornare in Australia, sua terra natale. Vista la gravidanza di Meghan, pare che abbia accettato di buon grado di rimanere altri sei mesi al suo fianco, posticipando così l’addio: una decisione che di certo non avrebbe preso se si fosse trovata male a lavorare per i duchi di Sussex.

Per quanto riguarda Melissa, invece, c’è chi – come il Daily Mail – sostiene che Meghan l’abbia messa talmente sotto pressione in vista del matrimonio «da farla scoppiare in lacrime»: da Kensington Palace non sono arrivate smentite, ma anche qui sarebbe assurdo pensare ad un silenzio-assenso. Un commento sarebbe potuto diventare benzina sul fuoco, quindi meglio tacere: l’unica smentita che è arrivata da corte riguarda un presunto litigio avvenuto tra Meghan e la cognata Kate riguardo appunto una discussione con lo staff della duchessa di Cambridge.

«Loro lavorano per me, non sei autorizzata a rivolgerti così», sarebbe stata la sfuriata della moglie di William contro la cognata. «Questo fatto non è mai accaduto», ha fatto sapere un portavoce reale, sottintendendo che Meghan non è solita rivolgersi con toni scortesi ad assistenti e personale di servizio. «Ho conosciuto tante persone che hanno lavorato con la duchessa e non ho mai sentito una parola scortese nei suoi confronti», rivela a Us Weekly l’esperto di affari reali Omid Scobie. «Anzi, spesso apprezzano l’energia che mette nelle questioni».

Che ci possa essere qualcuno che a corte non vede di buon occhio l’ex attrice è lecito e plausibile, sopratutto tenendo conto delle «differenze culturali»: Meghan, da americana, è diretta e inarrestabile quando si tratta di affari, mentre gli inglesi tendono a essere più riservati e riflessivi. Sveglia all’alba, mail alle cinque di mattina e attenzione ai dettagli: Meghan, piuttosto che «esigente», sarebbe più corretto definirla «pragmatica». Qualcuno, tra i membri dello staff, pare le abbia già affibbiato il soprannome di «duchessa difficile».

Meghan, forse, ha il rimedio pure per questo: trovare nuove assistenti che, professionalmente parlando, stiano sulla sua stessa lunghezza d’onda.

Nicola Bambini, Vanity Fair

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