Gli Uffizi contro Jean Paul Gaultier: “Non era autorizzato a vestire la Venere”

La galleria fiorentina ha intentato un’azione legale contro la maison francese per l’uso non autorizzato su una linea di capi dell’immagine del capolavoro del Rinascimento La nascita di Venere di Sandro Botticelli

Potrebbero costare oltre centomila euro alla casa di moda Jean Paul Gaultier i capi della collezione Le Musée, che riproducono il capolavoro del Rinascimento La nascita di Venere di Sandro Botticelli. Le Gallerie degli Uffizi hanno infatti avviato un’azione legale contro la maison francese per l’uso non autorizzato dell’immagine dell’opera, stampata senza permesso, definizione delle modalità d’uso e pagamento del canone su capi di abbigliamento poi pubblicizzati sul sito e sui social media. La dea dell’amore e della bellezza, nata dalla spuma del mare e trasportata sull’isola di Cipro da una conchiglia sospinta dal vento Zefiro, approda ora in tribunale su t-shirts, gonne e pantaloni.

LA CAUSA

A fronte del comportamento illecito, lo scorso aprile la galleria fiorentina ha spedito alla casa di moda francese una lettera di diffida per intimare il ritiro dal mercato dei capi non autorizzati o, in alternativa, un accordo commerciale per sanare l’abuso, ma la comunicazione è stata ignorata. “Gli stilisti usano regolarmente le nostre immagini e la maggior parte di loro ha familiarità con la legge italiana, che stabilisce che qualsiasi uso di immagini di proprietà pubblica debba richiedere una specifica autorizzazione e il pagamento di un canone” ha spiegato Eike Schmidt, direttore degli Uffizi. “La cifra dipende dal volume delle vendite, dal prezzo al quale i prodotti vengono venduti, eccetera”. La violazione delle norme del Codice dei Beni Culturali e il silenzio della griffe dopo la diffida hanno spinto gli Uffizi a intentare un’azione legale per richiedere il ritiro dal mercato della linea incriminata e il risarcimento dei danni per oltre centomila euro. “Jean Paul Gaultier ha boutique in Italia e vende i suoi prodotti anche attraverso i canali web italiani” ha aggiunto Schmidt. “Dunque, come tutti, è tenuto a rispettare le nostre leggi sui diritti dell’immagine”.

CREATIVITÀ AUTORIZZATA

Come riportato dal Guardian, gli Uffizi utilizzano un software speciale per monitorare l’uso delle proprie opere nella vendita di prodotti online e ricevono inoltre informazioni da attenti followers sui social media. La galleria stessa vende nello shop il merchandising che riproduce i capolavori dell’arte, ma come ha specificato Schmidt: “Tutto ciò che è venduto nello shop degli Uffizi è ovviamente autorizzato e per ogni prodotto venduto riceviamo una certa percentuale. Talvolta vediamo per strada venditori che usano l’arte su prodotti fai-da-te, e la qualità non è mai buona. Vuoi indossare una t-shirt con la stampa di Botticelli? Ad alcune persone piace e non si tratta di interferire con la creatività di nessuno – l’arte di Botticelli è usata regolarmente, ma generalmente le aziende chiedono il permesso”.


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