‘Soldado’, Sollima e il suo film hollywoodiano: “Intrattenimento ma anche attualità”

Tre anni dopo ‘Sicario’, il film che raccontava il dramma del confine tra Stati Uniti e Messico, il regista di ‘Suburra’ e ‘Gomorra-La serie’ riprende i protagonisti di Denis Villeneuve per un nuovo thriller ad alta tensione. Tornano Josh Brolin e Benicio Del Toro

L’agente federale Matt Graver e l’ex avvocato messicano Alejandro, la cui famiglia è stata sterminata da un boss del cartello, tornano sul grande schermo insieme ai loro protagonisti Josh Brolin e Benicio Del Toro. Tre anni dopo Sicario, il film di Denis Villeneuve che raccontava la drammatica guerra, senza esclusione di colpi tra narcotrafficanti e agenti FBI, quei personaggi ritornano nello sguardo del regista italiano Stefano Sollima chiamato a dirigere quello che nelle intenzioni di Taylor Sheridan che lo ha scritto non era nè un prequel nè un sequel, ma un altro capitolo del legame tra due “antieroi”, come li definisce il regista. Il 18 ottobre Soldado arriverà nelle sale.Il regista di A.C.A.B., Suburra e Gomorra-La serie ha raccolto la sfida di fare propria una storia pensata e già affrontata da altri, “è stato facile perché in Soldado è cambiato il punto di vista del racconto. Se, in Sicario, la storia era raccontata dal punto di vista dell’agente interpretata da Emily Blunt, qui lei non c’è, per cui sia Brolin che Del Toro avevano il compito di raccontarsi. Loro conoscevano già i personaggi, ovviamente, ma la struttura del racconto li ha portati a esplorarli spingendoli oltre il limite naturale. È stato un lavoro di costruzione molto bello anche perché umanamente sono due professionisti da non credersi, preparatissimi e sempre concentrati sul set. Oltre a due interpretazioni di livello hanno regalato al film un’energia creativa incredibile”.Soldado è un thriller, un film d’intrattenimento zeppo di armi, sparatorie, agenti Cia, narcotrafficanti infiltrati nella polizia messicana, ma è anche un racconto della società contemporanea con i suoi muri, i migranti trattati come animali, i trafficanti al confine tra Stati Uniti e Messico. “Il film è ricco d’azione però racconta anche un pezzo di mondo in cui viviamo, compreso il fenomeno dell’immigrazione con le persone che tentano di cambiare vita passando il confine. Abbiamo lavorato molto sulla documentazione per raggiungere il risultato. Quando ho visto Carne y Arena di Alejandro Gonzales Iñárritu mi sono sentito nella prima sequenza del nostro film e ho avuto un momento di confusione perché mi aspettavo di vedere il mio direttore della fotografia Dariusz Wolski spuntare da un momento all’altro”.Soldado ha incassato negli Stati Uniti nel primo weekend di programazione oltre 19 milioni di dollari e attualmente è arrivato 73 milioni di dollari, una bella soddisfazione per il primo film americano di Sollima che racconta: “Sono riuscito a fare a Hollywood esattamente il film che avrei voluto fare, che visto il sistema produttivo americano non era così scontato. Sono stato sorpreso e felice di non aver perso la mia specificità, oggi guardo questo film e lo sento mio come tutti gli altri”. E con gli altri, i titoli italiani, il film ha un legame: “In comune hanno il tema del confine tra il bene e il male e anche da un punto di vista della forma, della costruzione drammaturgica, è un film corale con storie diverse che convergono in un punto”.Dopo la parentesi hollywoodiana il regista è tornato a casa:”ma per me non è un ritorno, in America ho vissuto un’avventura, magari la potrò anche ripetere ma sono e rimango romano”. Infatti il prossimo progetto è tutto italiano visto che sta ultimando per la tv (una produzione Cattleya per Sky) ZeroZeroZero dal romanzo-inchiesta di Roberto Saviano. Per Sollima il luogo del cinema resta quello della sala: “Negli Stati Uniti è ancora così, è un evento. Le sale sono straordinarie, ti sdrai, spegni il telefono e condividi il film”.

Chiara Ugolini, repubblica.it

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