Beverly Hills 90210, se Kelly ricorda Dylan: «Lo sento, stai sorridendo»

Jennie Garth, in occasione dell’ultima puntata del revival della storica serie, ha un pensiero per l’amico e collega Luke Perry: «Ci starai guardando con le braccia incrociate e con gli occhiali, orgoglioso di noi».

«Braccia incrociate, occhiali appesi al collo e un enorme sorriso, da orecchio a orecchio». Sembra quasi di vederlo, Luke Perry. Le parole dell’amica e collega Jennie Garth ne disegnano il profilo, con tenerezza, in vista dell’ultima puntata di BH90210il revival dell’iconica serie: «Abbiamo perso un fratello», scrive lei su Instagram, «una perdita che ci ha devastato tutti. Ci siamo ritrovati e ci siamo fatti forza l’uno con l’altro».

«Lo sento che ci stai guardando», aggiunge Jennie – aka Kelly Taylor – rivolgendosi direttamente all’attore scomparso, «orgoglioso e traboccante d’amore per ciascuno di noi». Proprio lei che nella serie originale Beverly Hills 90210 ha vissuto un amore intenso con Dylan McKay, il personaggio interpretato da Perry. «Avevo 16 anni quando ho iniziato a girare le prime puntate», ricorda la star nel lungo post, «lo show è stato parte della mia vita».

«Per me è stato pazzesco tornare a lavorare con questa famiglia per portare in scena una versione nuova, innovativa e divertente di Beverly Hills. Mi emoziona pensare che in tanti abbiate apprezzato il nostro lavoro e abbiate sentito di nuovo quelle sensazioni di amicizia». In effetti il cast, accettando quasi in blocco di lavorare al remake, ha dimostrato di essere affiatato, anche se per molti fan, senza Dylan, non è stato lo stesso.

Tra l’alto Perry, prima del drammatico malore, era tra i pochi ad aver rifiutato la chiamata della produzione a causa di altri impegni professionali, anche se probabilmente avrebbe recitato un cameo. Poi, all’inizio di marzo, la tragedia: «La morte di Luke mi ha spinto ad accettare il ruolo di Brenda con un onore», ha rivelato un mese fa Shannen Doherty. «Un omaggio a una grande persona, che mancherà oggi, domani e per sempre».

Nicola Bambini, Vanity Fair

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