La7, Floris ‘blindato’ per 5 anni. Urbano Cairo: “Sono pronto a fare lo stesso con Giletti”

Alla presentazione dei palinsesti dell’emittente parla Urbano Cairo, presidente di Cairo Communication, che non teme il riposizionamento di Rete4 e attacca la Rai: “Incassa 1,8 miliardi di euro da canone più la pubblicità. In Spagna o Francia il servizio pubblico ha l’uno o l’altro, dovrebbe essere così anche in Italia. La7? Fa servizio pubblico”

“Quando il 60% degli italiani vede la tv generalista in maniera continua affermare che sia morta non mi sembra una cosa vera”, dice Urbano Cairo, presidente di Cairo Communication alla presentazione dei palinsesti di La7 per la prossima stagione. I numeri vedono una rete in crescita: 3,91% di share nel totale giornata e il 5,11% in prime time. Squadra che vince non si cambia (Enrico Mentana, Lilli Gruber, Myrta Merlino, Corrado Formigli, Andrea Purgatori, Diego Bianchi in arte Zoro, Tiziana Panella). Annuncia che ha blindato Giovanni Floris per altri cinque anni, fino al 2024. “Il contratto di Floris scadeva l’anno prossimo, ma mi sono portato avanti. Sono pronto a fare lo stesso con Massimo Giletti”. Per il conduttore di Non è l’arena, si capisce che Cairo ha un debole, anche se in ogni intervista il giornalista con rimpianto parla della Rai.”Siamo reduci da una stagione televisiva eccezionale, strepitosa, con risultati che hanno riportato La7 a livelli notevoli e superiori al passato. Stiamo parlando del record di ascolti da quando la rete esiste dal 2001, dopo 17 anni di vita siamo arrivati al picco assoluto. Per noi”, sottolinea Cairo, “la cosa fondamentale era confermare la nostra squadra”. Sulla buona salute della tv generalista non ha dubbi: “L’arrivo di canali nuovi sul digitale terrestre ha tolto un po’ di ascolto, ma si tratta di canali che prendono al massimo l’1%” chiarisce Cairo, “la tv generalista non è morta, anzi, siamo cresciuti di un punto, e non è poco. Noi siamo sicuramente una tv generalista che ha una predisposizione a affrontare argomenti di attualità e interesse pubblico”.La stagione politica ha dato una mano alla rete? “Il momento politico e la lunga formazione del governo hanno creato un interesse maggiore e aiutato gli ascolti, ma il nuovo palinsesto già aveva dato segnali forti dal punto di vista dei numeri”. Non teme il riposizionamento di Rete4 che darà battaglia sul piano dell’informazione: “La concorrenza va sempre accettata, è una cosa buona, che ti stimola a fare meglio e di più, a inventarti qualcosa di nuovo, quindi ben venga dice Cairo. “La7 esiste dal 2001, è andata compiendosi tassello dopo tassello. Siamo pronti a fronteggiare qualsiasi concorrenza ma la costruzione di una rete si fa in tanti anni. Col tempo si acquista credibilità, affidabilità, l’apprezzamento dei nostri conduttori è la cosa più importante per noi. Non è così facile inventare una rete in un settore così delicato e importante”.Al momento non ci sono ipotesi di vedere Milena Gabanelli su La7 in autunno. “Abbiamo fatto qualche ragionamento insieme, ma tutto è ancora molto embrionale” spiega Cairo. “Milena qualche mese fa mi disse che voleva prendersi una pausa dalla tv. Le chiesi di essere almeno ospite nei programmi qualche volta, e l’abbiamo messo come impegno, ma non di più. Adesso vediamo, è ancora presto per dire che tornerà”. Convinto che La7 faccia servizio pubblico, attacca la Rai: “La Rai incassa risorse da canone per 1,8 miliardi di euro più la pubblicità e questo non è giusto. Ci sono paesi come la Spagna o la Francia dove il servizio pubblico ha l’uno o l’altro, dovrebbe essere così anche in Italia”. E critica il governo sulle limitazioni messe sul gioco d’azzardo. “Sono stupito di vedere come il governo abbia dedicato tutta questa attenzione alla pubblicità dei giochi online, che rappresenta solo il 7% delle scommesse che si fanno In Italia, mentre il 93% è offline ed è completamente fuori controllo. Le scommesse online”, ribadisce Cairo, “sono un settore controllatissimo, proprio per evitare problemi. La soluzione per me è fare il contrario: il governo è intervenuto sull’unica cosa che, se fossi dipeso da me, avrei sviluppato. Se quel 7% online diventa il 20% è meglio. È molto meglio avere gioco online controllato e regolato che non il 93% delle scommesse offline fuori controllo”. Enrico Mentana ha lanciato l’idea di un giornale online con giovani giornalisti: “Mentana ha fatto un post sabato su un tema che lui sente molto. Che sento molto anche io. Tra Rcs Italia e Spagna e Cairo Editore tra giornalisti assunti e a borderò e collaboratori in tutto sono circa 8.500 le persone che lavorano. Quello dei giovani giornalisti che non hanno opportunità e lavoro è un tema che mi trova totalmente d’accordo e che cerco nel mio piccolo di sostenere. Anche io cerco di dare opportunità ai giovani. Non mando a casa nessuno. Certo né Rcs né Cairo Editore possono risolvere il problema dei giornalisti. Il post di Mentana ha posto un tema”.

Silvia Fumarola, repubblica.it

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