Riapertura dei cinema, Rutelli: «Regole oscure, così non si riparte»

La data indicata dal governo è il 15 giugno. Ma saranno pochissime — «circa il 10%» ipotizza Francesco Rutelli presidente di Anica — le sale cinematografiche in grado, dal punto di vista della sostenibilità economica, di riaprire lunedì dopo il lungo blocco dovuto all’emergenza Covid-19 rispettando le linee guida. Distanziamento di un metro, impianti di condizionamento a riciclo d’aria e aerazione naturale, misurazione della temperatura, prenotazione e biglietti online, riduzione di persone per sala. Obbligo di mascherina durante la visione del film (mentre nei ristoranti, una volta seduti, si può togliere). E obbligo di conservare i nomi delle persone e il posto dove sono state sedute per 14 giorni. Regole rigide e astruse, sottolinea Rutelli. «Faccio un esempio: se compro un gelato al bar posso consumarlo in sala dove però devo tenere la mascherina. Obbligo che vale in 18 regioni e mezzo, perché già la Puglia e la provincia di Bolzano, Alto Adige, lo hanno revocato». Nei tre mesi di chiusura, calcolano gli esercenti, si sono persi 30 milioni di euro. Paradossalmente, nota Rutelli, «mentre si viveva la miglior stagione da anni. Il 2019 il box office italiano ha registrato la maggior crescita in Europa e i primi due mesi del 2020 sono andati ancora meglio, con pluralità di titoli e generi».

«Favolacce» in sala

Pochi dei circa quattromila schermi italiani riaccenderanno le luci. Una ripartenza a ostacoli. Chi lo farà — così come le duecento arene a pagamento al via nei prossimi giorni — programmerà film usciti sulle piattaforme on demand. Titoli come Favolacce dei Fratelli D’Innocenzo, premiato a Berlino, 7 ore per farti innamorare di Giampaolo Morelli, D.N.A. di Lillo e Greg, Tornare di Cristina Comencini, Georgetown di Christoph Waltz, Un figlio di nome Erasmus di Alberto Ferrari. Molti distributori — come accade anche in Usa — preferiscono aspettare settembre e ottobre per le nuove opere. L’Anteo Spazio Cinema è tra quelli che ripartono. «Dal 15 giugno — spiega Lionello Cerri — con tre arene estive a Milano, la Triennale che è nuova, Palazzo reale e l’Incoronata, con due schermi con le cuffie, Villa Reale a Monza e a Treviglio. Il 19 aprono tutti nostri 40 schermi in Lombardia: Palazzo del Cinema, Citylife, Monza, Cremona, Treviglio con i titoli usciti entro il 23 febbraio e sulle piattaforme». Ne hanno lanciata una #iorestoinsala. «Il rapporto con il pubblico è fondamentale. Serve una riflessione sul ruolo del cinema, le sale sono parte di un tessuto culturale e sociale del nostro paese». Tra le sale che, invece, aspettano (fine agosto) ci sono quelle di Circuito Cinema a Roma e Firenze (anche per il loro pubblico è nata una piattaforma, #miocinema). «Protocollo troppo complicato e poco incoraggiante per il pubblico — dice Andrea Occhipinti —. E mancano i film adatti, essendo saltato il festival di Cannes. Solo Bellocchio con Il traditore nel 2019 fatto un milione di spettatori». Sembra un secolo fa.

Stefania Ulivi, Corriere.it

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