StraMorgan, conta il puntino?

(di Tiziano Rapanà) Il plotone d’esecuzione è schierato e a Morgan non gli è stata concessa nemmeno la telefonata con i familiari. Il programma è piaciuto o non è piaciuto? Non importa. Rappresenta un modo, imperfetto ma non scontato, di fare servizio pubblico? La valutazione è accessoria. Conta la distruzione sistematica e non c’è stata volontà di difendere StraMorgan. Guardate lo share, il puntino di qua e di là… restate al puntino, mi raccomando non distogliete lo sguardo da lì. Solo il puntino conta. La tv è pubblica, l’intento dovrebbe essere alto e altro dal gran gioco degli ascolti, epperò il puntano è sacro. L’esercizio del rimembrare meno. Facciamo una bella festa della trap. Ripeto: facciamo una bella festa della trap. E la prima serata è d’obbligo. Ancora spazio ai cantautori? No, per carità. Meglio dedicarsi anima e corpo a questa nuova musica straordinaria. Fioccheranno gli ascolti, conta questo mi pare. No, un terzo articolo non ci voleva. Ma l’acrimonia è palese, la si vede a occhio nudo. Non serve il microscopio. Guardiamo i dati, sì!, ma tutti e con minuzia. E non c’è solo Morgan. Convinciamolo a fare una bella festa della trap. StraMorgan? No, StraTutto e pigliamo anche i fenomeni del web da una canzone e via. Preferirei sentire Bobby Solo intonare i classici di Johnny Cash, fare un tango ideale sul costruito musicale dei Krisma, conoscere finalmente il contenuto della lettera cantata dai The Box Tops (“My baby, just-a wrote me a letter”), scoprire il mondo che si cela attorno a Oh! Era ora (il più bel disco di Adriano Pappalardo). Mi adeguo anch’io al bel mondo della trap. Morgan? Bisogna convincerlo. La festa s’ha da fare.

tiziano.rp@gmail.com

Torna in alto