Barbara D’Urso su Canale 5 con nuovo programma di interviste, Fabrizio Corona tra i primi ospiti

«Live-Non è la D’Urso» non vuole essere un talk tradizionale e neppure cavalcare le polemiche, ma certo il rischio eccessi in diretta è alto. La conduttrice: “So come si impedisce a un ospite di tracimare”

Parte da Fabrizio Corona «Live-Non è la D’Urso» il nuovo programma che Barbara D’Urso condurrà su Canale 5 da mercoledì 13 marzo in prime time. Finora data come possibile ma non certa, la notizia è stata confermata da Mauro Crippa, direttore dell’informazione Mediaset, sotto le cui “cure” ricade il programma. «Le trattative sono ormai in porto».
Lo spunto (ufficiale) non dovrebbe essere tanto la querelle “Isola dei Famosi-Fogli”, ma la pubblica richiesta di scuse fatta Corona una recente intervista per una vecchia questione di foto e di fake news su uno dei suoi figli della conduttrice, che se l’era presa a malissimo. Ma che davanti a un adeguato pentimento potrebbe rivedere le proprie posizioni. «Sono fatta così: so perdonare». «Avere Corona è una responsabilità oggettiva». Ma come resistere?. «È molto atteso dopo quello che ha combinato all’”Isola”. Per cui per altro ha (parzialmente ndr) chiesto scusa». Il capo coperto di metaforica cenere è comunque la conditio sine qua non.

Altri ospiti annunciati per la prima puntata: Al Bano e Loredana Lecciso e relativi figli, Heater Parisi direttamente da Hong Kong, Thomeas Markle jr (fratello pecora nera di Megan: altra pubblica richiesta di perdono). L’area è definita, il taglio quello noto: tra domenica pomeriggio e pomeriggio infrasettimanale cumula un bel pacchetto d’ore perché non se ne riconosca lo stile.

Composita la struttura del programma: un blocco di interviste della D’Urso a celebrità, varie in presenza di 5 “testimoni” segreti, a favore e contro, che diranno la loro, mentre da casa il pubblico darà il suo “sentiment” – si o no, mi piace/non mi piace – tramite app. In più ci saranno alcune rubriche: “Ascensore” (due che “hanno qualcosa da dirsi” chiusi a sorpresa nella cabina per una mezzoretta), “Drive in” (viene mostrato un filmato di montaggio di cose passate, si raccolgono emozioni e confessioni). Format Mediaset, tutto farina del sacco della D’Urso e di Ivan Roncall, suo fido autore.

Con l’aggiunta di questa prima serata, la conduttrice insidia per monte ore la supremazia di Gerry Scotti e di Maria de Filippi come stakanovista dei palinsesti Mediaset: «Domenica Live», «Pomeriggio 5» nei feriali, tra qualche settimana anche il «Grande Fratello». Per una nuova stagione de «La dottoressa Giò», invece, bisognerà attendere il 2020, come minimo: comunque si farà.

Averla anche in prima serata era richiesta fortemente voluta dalla rete che, spiega il direttore Scheri, mancava di un programma “di parola” nella varietà dell’offerta settimanale (l’altra assenza è di programma comico, su cui la rete confessa di essere sempre alla ricerca), la D’Urso era la persona giusta: valore sicuro, riconoscibile e amatissima dal pubblico. Lunga la durata (fino all’estate e poi nella prossima stagione), alte le aspettative d’ascolto: il 12% dello share “pregiato” dei 15-64enni. Ma dando al programma il tempo di rodarsi.

Non vuole essere un talk tradizionale e neppure cavalcare le polemiche, ma certo il rischio eccessi in diretta è alto. «Non mi interessano. So come si impedisce a un ospite di tracimare. L’incidente può sempre capitare. Ma ho oltre 40 anni di esperienza in tv, gli ultimi 11 solo e sempre in diretta». Tuttavia: «Chi va in programmi come «GF» e «Isola» sa a cosa va incontro quanto a divulgazione del proprio privato. Quello su cui eccepisco non è la notizia, ma le modalità in cui è stata data».

«Per altro – dice ancora Mauro Crippa –questa delle emozioni e dei sapori forti, anche a rischio di essere urticante, è la sola tv che potrà contrastare presso il pubblico l’avanzata dei vari Netflix».

Quanto alle accuse di cattiva tv, la D’Urso si prende l’ultima parola. «Si parla sempre del trash e mai del buono che facciamo: le mie battaglie contro la violenza alle donne o a favore dei gay. Se ci sarà l’occasione li tratterà anche “Live”».

Adriana Marmiroli, La Stampa

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