Fausto Brizzi presenta il suo ultimo film “Modalità aereo”

“Quando leggo il ritorno al cinema di Fausto Brizzi mi viene da ridere perché io ho sempre lavorato, sono stato meno visibile di prima ma non ho mai smesso di fare il mio mestiere. Ho scritto il film di Natale – quello di Boldi e De Sica – e girato questo, Modalità aereo“. Fausto Brizzi presenta il nuovo film, nelle sale il 21 febbraio in 400 copie, dopo le accuse di molestie, le inchieste delle Iene e l’archiviazione delle accuse poche settimane fa.

Il film racconta di Diego Gardini un imprenditore del vino (Paolo Ruffini che firma la sceneggiatura con Brizzi e Herbert Simone Paragnani) che conduce una vita effimera fatta di viaggi di lavoro, di vita nella suite di un albergo, il suo cellulare è pieno di numeri vip ma non ha nessun vero amico e il rapporto con il figlio, che vive in collegio in Svizzera, è praticamente inesistente. Per questo quando, dopo averli maltrattati, due addetti alle pulizie di Fiumicino (Lillo e Dino Abbrescia) gli rubano il cellulare prima che si imbarchi per Sydney, Diego si ritrova completamente solo a dover affrontare una serie di disastri che i due hanno provocato con il suo telefono, da spendere migliaia di euro con le sue carte di credito al twittare a nome suo insulti a 360°. Il film racconta poi come la vendetta si trasformerà in amicizia e il suo viaggio agli inferi in rinascita.

“Fin dai tempi di Notte prima degli esami, che raccontava la mia maturità, ho messo degli elementi autobiografici nei miei film – dice il regista – In questo caso mi è sembrato giustissimo raccontare questa storia che parla di amicizia. In quest’anno difficile è sceso in campo il cerchio della fiducia di cui fanno parte gli attori di questo film, e devo ringraziare il produttore Luca Barbareschi che ha scommesso sul mio buonumore che non era scontato”.

Il film è secondo Brizzi “una favola disneyana che racconta il tema contemporaneo della schiavitù dal cellulare e che contiene degli echi della mia storia, è l’incontro tra Canto di Natale con uno Scrooge cattivissimo e Una poltrona per due di John Landis”. Nel film si vede come i falsi tweet di insulti (agli australiani, alle suore, persino al Papa) rovinino l’immagine dell’imprenditore e, finendo nei titoli dei tg, lo costringano alle dimissioni. “Certo i media sono molto pericolosi e un tweet può rovinare la vita” dice Brizzi. E a chi gli fa notare che la battuta del film ‘Cosa importa se la notizia è vera o è falsa. Bisogna darla’ suona come un messaggio ai giornali che hanno scritto della sua storia, il regista dice: “Quello è vero ma dipende anche dai giornalisti”. Non si deve però eccedere nel cercare in ogni battuta un extra significato perché il film è stato pensato da Paolo Ruffini prima dell’esplosione del caso mediatico.

“Ne abbiamo parlato prima – dice Ruffini – scrivere questo film accanto a Fausto è stata un’esperienza umana e professionale importante. Mai come adesso il telefono è una protesi di noi stessi e tramite il telefono e i social si esprime una rabbia incredibile. Il successo non è perdonato a nessuno, abbiamo finito per fare polemiche anche su una cosa leggera come la musica, non per niente la chiamano musica leggera”. Il riferimento chiaro è al festival di Sanremo e alla vittoria di Mahmood, “oggi si gode di più se va male agli altri che se va bene a noi – continua Ruffini – Io se dovessi rubare il cellulare a qualcuno lo ruberei a Claudio Baglioni, sarei curioso di leggere i messaggi che riceve oggi”.

Chiara Ugolini, Repubblica.it

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