Grammy, non solo Maneskin: in lizza per l’Italia anche Enrico Fagone

Il contrabbassista, grazie all’album “Aspire”, è nominato ai prestigiosi premi nella sezione Best Classical Compendium. Parteciperà alla cerimonia del 5 febbraio 

La 65esima edizione dei Grammy non vedranno solo i Maneskin a rappresentare la musica italiana. Grazie all’album “Aspire”, Enrico Fagone è infatti nominato nella sezione Best Classical Compendium. Il contrabbassista parteciperà alla sessantacinquesima cerimonia dei più importanti premi per la musica internazionale in diretta mondovisione il 5 febbraio dal Microsoft Theater di Los Angeles nel ruolo di direttore d’Orchestra sul podio della London Symphony Orchestra, che ha diretto per la registrazione dell’album. Inoltre l’11 febbraio dirigerà, sempre a nella città californiana, l’orchestra giovanile della fondazione Music to Save Humanity.

LA CARRIERA – Lombardo di nascita, internazionale per vocazione, adottato dalla Svizzera Italiana dove è primo contrabbasso dell’Orchestra della Svizzera Italiana e insegnante al Conservatorio, Enrico Fagone come direttore ha già raggiunto importanti podi fra cui la London Symphony, la Rai di Torino o il Festival Verdi di Parma, fra i tanti. Si distingue per essere un direttore italiano riconosciuto a livello internazionale oltre che per il repertorio operistico, per quello sinfonico e cameristico, uscendo dal cliché della bacchetta italiana valutata all’estero solo o principalmente dal mondo dell’opera. La lunga esperienza di camerista e orchestrale fanno di Fagone un direttore di formazione e sensibilità rarissime nel nostro Paese, un unicum più europeo che strettamente nostrano come approccio, un vero trait d’union tra noi e il mondo sassone. In tal senso anche la consacrazione ai Grammy sancisce questa vocazione irrituale nel panorama italiano e apre nuovi orizzonti nel futuro di questo vero e proprio ambasciatore di un’Italia musicale fuori dalle chiusure dei nostri cliché.

LA MUSICA PER FAGONE – Racconta Enrico Fagone: “La musica è stata la mia rivalsa fin dal nostro primo incontro. Un’esigenza di studio costante, il mio modo di comunicare e il bene in cui rifugiarmi nei momenti di difficoltà. Questa Nomination ai Grammy è un sogno a cui stento ancora a credere, con un valore aggiunto visto il suo arrivo Post Pandemia, periodo difficile per tutti gli artisti. Ai giovanissimi che oggi vivono in gran parte immersi nel mondo tecnologico, consiglio di non smettere mai di credere nei propri sogni e di dedicare tempo, anche amatorialmente, allo studio di uno strumento musicale: una grande lezione di vita che riporta alla realtà dell’essere umano, una continua sfida contro i propri limiti”.

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