Caterina Balivo: «Quanto amo i regali (sbagliati) di mio marito»

La conduttrice svela in anteprima l’albero di «Vieni da me» e racconta le tradizioni di casa Balivo-Brera. Le palline appese col figlio Guido Alberto, i doni insoliti di Guido Maria, il brodo sul fuoco per oltre otto ore, la tombolata da (bella) famiglia allargata

Per Caterina Balivo, 38 anni, il Natale è una cosa seria. Se nello studio di Vieni da me (in diretta dalle 14 su Rai1) svela l’albero di Natale il 10 dicembre («bellissimo, un’esplosione di colori»), a casa si è già portata avanti. «L’abbiamo fatto due settimane fa quando Guido Alberto (il primogenito di 5 anni) ha avuto la varicella», racconta la conduttrice che da qualche mese si è trasferita a Roma per affrontare la nuova sfida lavorativa, «ne abbiamo così approfittato per trascorrere del tempo insieme».

All’inizio non erano tutti d’accordo sugli addobbi: «Lui l’avrebbe voluto con le palle rosse di plastica, come sull’albero condominiale, io invece avevo già scelto delle palle di stoffa con sopra incisi i nomi di tutti noi. Sono pronte dallo scorso 15 agosto». La sua parola chiave è, infatti, organizzazione. Nulla può essere lasciato al caso quando la famiglia è grande: c’è la figlia più piccola Cora, venuta al mondo nell’agosto 2017, il marito Guido Maria Brera, e i figli di lui, Roberto e Costanza, nati da una relazione precedente. «Dico solo», continua, «che i regali li ho comprati tutti a settembre, li devo solo impacchettare. Ho una sola regola: mai regalare qualcosa di riciclato».

Li aprite il 24 notte o il 25 mattina?
«Il 25 mattina, con quattro ragazzini sarebbe complicato aprirli la notte della vigilia. Con Guido Alberto, però, lasciamo pronti il latte e i biscotti per Babbo Natale. La letterina l’abbiamo già scritta tre volte, è un bambino molto preciso. Cora, al momento, è interessata solo a staccare le palline dell’albero. Le Feste le trascorriamo tutti in montagna: per mio marito non è Natale se non c’è la neve. Quest’anno ci saranno anche i miei genitori, direttamente da Napoli, e mia sorella Sarah. Sarà festa grande».

Qual è la tradizione di casa Balivo-Brera?
«Amo tantissimo il Natale perché crescendo ho capito che è l’unica festa in cui si sta davvero tutti insieme. Il mio consiglio? Trascorretelo con chi amate davvero. Noi il 24 aspettiamo la mezzanotte e poi andiamo a messa. Il menu che mette tutti d’accordo sarebbe la pasta al forno, ma quest’anno ci sarà mia madre ai fornelli. Per il 24 preparerà un brodo che deve cuocere per oltre 8 ore. E poi i tortellini. Il 25 si pranza solitamente fuori, in baita».Quand’era bambina lei?
«Ricordo che litigavo sempre con i miei genitori perché ci costringevano ad aprire i regali il 6 gennaio, dovevamo aspettare fino alla Befana. Il 25, invece, si pranzava dai nonni. Mi è rimasta la passione per l’albero. Fossi per me lo lascerei in casa tutto l’anno, ma lo tolgo all’inizio della Quaresima».

I regali di suo marito: promosso o bocciato?
«È bravo a metà. Perché non è uno che compra la prima cosa che vede in un negozio, i suoi regali sono sempre pensati, curati in ogni minimo dettaglio. Diciamo, però, che non sempre indovina. Il “problema” è che compra solo le cose che piacciono a lui. Ogni anno chiama una mia cara amica, Michela, e le chiede consiglio. Lei lo indirizza in un determinato negozio, lui puntualmente va lì e alla fine non compra nulla. Fa di testa sua. Per il nostro primo Natale mi ha regalato una bottiglia di Marsala invecchiato. Ha scelto l’annata del nostro primo incontro. Romantico, certo, ma a volte noi donne preferiremmo un po’ di banalità in più (ride, ndr). Un altro anno mi ha regalato una collana di cristalli di rocca in cui ogni pietra corrisponde a un membro della famiglia. L’ha scelta insieme ai suoi figli… vi immaginate il risultato dei gusti di tre maschi messi insieme? (ride di nuovo, ndr)».

La colonna sonora?
«Guido Alberto ama cantare Jingle Bells. E sono sicura che mia madre si presenterà con un cd di Tu scendi dalle stelle».

Tombola o giochi di carte?
«Sono per i grandi classici: tombola e mercante in fiera. Agli adulti, però, dico: lasciate vincere i bambini».

Se dovesse scriverla lei la letterina a Babbo Natale, cosa metterebbe ai primi posti?
«Uno, desiderei essere meno stanca, da un paio di mesi mi sento come dentro un frullatore. Due, vorrei trascorrere tre giorni da sola con i miei figli. Infine, torniamo ai regali: in fondo vorrei che mio marito mi sorprendesse ancora una volta».

Natale o Capodanno?
«Natale tutta la vita. Ecco da questa risposta capisco di essere davvero invecchiata (ride, ndr). Un tempo era tutto un: “cosa ci mettiamo a Capodanno?”, “dove si fa festa?”. Adesso la massima aspirazione per il 31 è imbucarsi a un veglione per non essere costrette a rimanere a casa a cucinare».

Stefania Saltalamacchia, Vanity Fair

Torna in alto