X Factor 2019, ecco come sarà la nuova edizione

Una giuria nuova per tre quarti e un numero crescente di cantautori: sono questi i due pilastri su cui poggia la nuova edizione di X Factor, il talent di Sky al via giovedì. I quattro giudici sono interpreti di stili musicali e sensibilità umane diverse. Malika Ayane si è già ritagliata il ruolo della puntigliosa; il frontman dei Subsonica Samuel ha indossato l’aura del prof di latino; Mara Maionchi — nostra signora della parolaccia — mette sul tavolo la sua invidiabile cifra di ironia, empatia e schiettezza; Sfera Ebbasta punta soprattutto sull’istinto, cerca creatività e ingegno, anche quando la qualità musicale non è eccelsa.

I quattro si raccontano così. Sfera: «È un’esperienza completamente nuova per me e anche se non mi sentivo molto pronto mi sono trovato a mio agio in questi panni. La cosa più difficile è individuare il punto chiave in due minuti, dare un giudizio centrato senza dire cazzate». Malika: «Superata l’ansia sto cercando di diventare meno rigorosa. La tv ha un linguaggio completamente nuovo e diverso per me e per giudicare in modo obiettivo i concorrenti devo superare un certo senso di responsabilità che il giudizio si porta dietro». Samuel: «Noi siamo abituati a stare sul palco, quindi fa uno strano effetto trovarsi giù dal palco a giudicare cantanti che si esibiscono. Nonostante mi chiamino Signor No arriva un momento in cui è difficile mandare a casa un cantante: nella scrematura finale il livello è abbastanza omogeneo e le scelte diventano più difficili». Mara Maionchi: «Mi piace cercare talenti: è il lavoro che ho fatto per tutta la vita. Io dal punto di vista tecnico sono una pippa e mi lascio guidare da Samuel e Malika che sono bravissimi. In un cantante cerco la novità dell’artista piuttosto che la sua qualità in valori assoluti». X Factor aveva bisogno di «aria nuova». Lo sostiene anche chi come Alessandro Cattelan ormai da nove anni tira le fila del talent: «Penso che spesso le novità siano un bene a prescindere perché è normale che un giudice dopo un po’ di tempo si trovi a esprimere i soliti concetti. La rivoluzione ci voleva».

Il nome di Sfera Ebbasta è anche legato alla tragedia di Corinaldo. Il trapper non ha responsabilità sulla sicurezza della discoteca Lanterna Azzurra, ma certi suoi post sono sembrati indelicati soprattutto ai familiari delle vittime: «Questa situazione è stata veramente, veramente tragica e molto difficile da gestire. Tutto quello che avevo la facoltà di poter fare e dire l’ho fatto privatamente, non sui social. È una tragedia che ha segnato tutti e non è una cosa che passa e né cambia le emozioni che provo. Ritornare a lavorare in generale non è stato facile, non tanto per le critiche ma proprio per la situazione che si era creata perché non sei mai abbastanza forte per affrontare una vicenda di questo tipo». Cattelan scommette su di lui: le apparenze a volte ingannano, insomma l’abito non fa il trapper: «Lo scontro tra la percezione che può esserci di Sfera senza conoscerlo e l’immediatezza con cui invece sorride è contrario al preconcetto nei suoi confronti». C’è una novità nel meccanismo: chi ottiene quattro «sì» ha immediatamente accesso alla fase successiva, quella dei Bootcamp. Il conduttore ha la battuta pronta: «Con quattro no invece vai direttamente a The Voice».

Renato Franco, Corriere.it

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