Il ritorno dei Guns N’ Roses: non solo per denaro (forse)

Dopo vent’anni di accuse reciproche e carriere differenti non sappiamo cosa abbia spinto Axl Rose e Slash a fare pace e ricominciare a esibirsi di nuovo insieme. Soldi? A noi fa piacere pensare che l’abbiano fatto soprattutto per l’amore verso i fan che, sabato sera a Imola, saranno più di 90mila

La mattina del 5 gennaio del 2016, un comunicato stampa cominciò a rimbalzare sulle webzine e sui social di tutto il mondo. La notizia era delle più clamorose: i Guns N’ Roses avrebbero preso parte al festival californiano del Coachella. In effetti i Guns non si erano mai sciolti e certo la loro partecipazione non sorprendeva. A stupire era leggere il nome di Axl Rose, il cantante, di fianco a quello di Saul Hudson aka Slash, lo storico chitarrista. Non era possibile: i fondatori della band non si parlavano da vent’anni e si detestavano a morte. Sembrava una bufala, ma, nell’aprile dell’anno scorso, la band si presentò sul palco di Indo con il duo e un’altro membro originale, il bassista Duff McKa-gan. In pratica 3/5 dei primi Guns N’ Rose erano tornati a suonare insieme. Per la cronaca: Rose cantò seduto su un trono, immobilizzato per un piede rotto, e questo diede anche una sorta di aura solenne all’evento. Si pensò ad un’exploit, a qualcosa di effimero, invece, dopo il Coachella, seguì un tour mondiale che farà tappa sabato 10 giugno al Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola per quello che si appresta ad essere – insieme al concerto di Vasco al Modena Park – l’evento rock dell’anno. E poi, nei prossimi mesi, forse potrebbe arrivare anche il settimo album in studio della band, come ipotizzato dal chitarrista Fortus.

I Guns N’ Roses nascono a Los Angeles nella metà degli anni Ottanta. All’inizio furono inseriti troppo frettolosamente nello scadente universo delle band hair metal, la costola più commerciale e ammiccante dell’heavy. Il loro primo disco Appetite for Destruction, uscito nel ’87, sintesi di hard rock britannico, Stooges e punk californiano, le cui vendite si aggirano a 28 milioni di copie vendute, rimane tutt’ora uno dei dischi più importati della storia del rock. Quattro anni dopo, con diversi abbandoni e mille vicissitudini legate al consumo di eroina e alcool alle spalle, nel settembre del ’91 uscì in due versioni l’attesissimo Use Your Illusion. Più accessibile e meno aggressivo dell’esordio, il disco divise la critica ma fece diventare i Guns N’ Roses la rock band più famosa del mondo. Il successo ottenuto però non salvò il gruppo dalla crisi senza ritorno in cui si era cacciato. Il rapporto tra Axl e Slash si era già da anni molto incrinato, aggravato ulteriormente dall’abuso ad oltranza di droghe da entrambe le parti.

«Slash è un cancro che va estirpato, eliminato», tuonò il cantante. Tutto degenerò irrecuperabilmente anche per i continui cambi di umore di Rose, al quale fu diagnosticata una forma acuta di bipolarismo maturata dagli abusi sessuali subiti da bambino, e le dosi massicce di litio che gli erano state prescritte non portarono ad alcun miglioramento. I bisticci e le accuse reciproche arrivarono anche in tribunale, quando Slash accusò il suo cantante di essersi intascato milioni di dollari all’insaputa di tutti. Accusa che si rivelò infondata. Il chitarrista lasciò nel ’93 e Axl Rose, come previsto dal contratto, poté ereditare il nome della band sostituendo gli ultimi membri con altri nuovi, convinto di poterla tenere in vita da solo. Ma il leader non aveva fatto i conti con l’uragano grunge che, esploso nel ’91, avrebbe poi ridotto i suoi redivivi Guns nei restanti anni Novanta a inutili comprimari del rock. Dopo oltre vent’anni e carriere differenti non sappiamo ancora cosa abbia spinto i due a fare pace e ricominciare a esibirsi di nuovo insieme; forse la motivazione è propriamente veniale, visti i milioni di dollari che si sta intascando ogni singolo membro della band da questo tour. Ma in passato Axl e Slash avevano già rifiutato un mucchio di soldi per la loro reunion. No, probabilmente c’è dell’altro. A noi fa piacere credere che l’abbiano fatto soprattutto per l’amore verso i fan che, sabato sera a Imola, saranno più di 90mila.

Vanity Fair

Torna in alto