DA UNDERWOOD A BAMBEA, I PERSONAGGI PRENDONO VITA SUI SOCIAL NETWORK

Ma la vera reginetta di Twitter è la contessa del film “La pazza gioia” che vanta almeno due profili, uno “spontaneo” e uno della produzione. E Virzì, divertito, commenta: “Ho un’idea di chi potrebbe essere ma se non si rivela non spezzo l’incanto”

Doppio hashtag #solofiandra e #LaPazzaGioia e un profilo che recita “Contessa. Se siete brutti, se siete poveri… non seguitemi!”. Beatrice Morandini Valdirana, il personaggio interpretato da Valeria Bruni Tedeschi nel film campione di incassi  La pazza gioia (4 milioni e mezzo di euro in tre settimane), da qualche settimana dialoga con i suoi spettatori. Su Twitter elargisce consigli medici (“Tesoro, ambisce a un disturbo di personalità multipla non da poco. Mi tenga aggiornata”), suggerimenti elettorali (direttamente dal Presidente), e aggiornamenti sulla classifica (“Alice, Warcraft, poi #LaPazzaGioia. Ma è la povertà a rendervi così brutti? @01Distribution, non posso andare un giorno all’Argentario che”). Ma non è l’unico account Twitter della nobildonna oggi paziente psichiatrica di Villa Biondi; a @beavaldirana, dopo qualche giorno di dialogo fitto con fan e giornalisti, si è affiancato @BeaMValdirana il cui profilo sembrerebbe un messaggio bellicoso “Ci sono disturbati mitomani patetici che credono di essere me!”, ma in realtà questa seconda Contessa è ben divertita dal fatto che ne esistano altre tanto da creare un hashtag #credonodiesserenoi. Che succede nel mondo virtuale, ma non troppo, di Twitter? I protagonisti di film e serie tv prendono vita e dialogano con il loro pubblico attraverso i social. Non parliamo, ovviamente, dei profili ufficiali degli autori o degli interpreti ma proprio dei personaggi: quegli uomini e donne che fino all’avvento dei social erano destinati a vivere solo sul grande schermo o al più nella nostra fantasia in attesa di un possibile seguito e che invece, oggi grazie a questo nuovo fenomeno a metà tra strategia di marketing e pura creatività di appassionati, prendono vita propria. E così Paolo Virzì si è ritrovato di fronte ai due profili della sua contessa decaduta, da un lato quello sorto spontaneamente e di cui, ancora oggi, non si conosce l’identità di chi l’aggiorna e dall’altro quello creato dalla distribuzione, per riappropriarsi dell’immagine di Beatrice Morandini Valdirana. Il regista si dice divertito dal duello a colpi di tweet tra le due Beatrici: “Avevo alcune idee su chi si poteva celare dietro il primo profilo – racconta – alcune ipotesi sono ancora in piedi ma se non si fa avanti lei o lui ho deciso di non spezzare l’incanto. D’altronde è così brava a cogliere lo spirito della Contessa che sembra proprio lei a parlare”. E così in attesa di La pazza gioia 2 o ancor meglio di uno spinoff dedicato unicamente a lei, la contessa Valdirana, come chiedono i suoi fan su Twitter, Beatrice vive la sua doppia vita sui social. Ma la nobildonna con la passione della fiandra, le amicizie altolocate (“Fai mandare dei fiori al #SanRaffaele e avvisali che sto arrivando a quel capezzale” ha postato appena saputo del ricovero di Berlusconi) e la fissa per lo schermo solare totale è solo l’ultima di una serie di personaggi traghettati dal piccolo e grande schermo a quello digitale degli smartphone e dei pc. Negli Stati Uniti il fenomeno è diffuso da tempo, uno dei primi è stato Homer J Simpson, iscritto nel luglio del 2009, e ciò che diverte di più del profilo del papà pasticcione con la passione per le ciambelle è il fatto che il suo è un account verificato con tanto di spunta blu che certifica che si tratta del vero e proprio Homer, come le vere star da Charlize Theron e Adele. Ma tra i casi più interessanti di personaggi social da piccolo schermo c’è il Presidente degli Stati Uniti Frank Underwood, nonostante sul profilo dopo lo slogan “La democrazia è così sopravvalutata” ci sia scritto che non c’è affiliazione con Netflix o House of Cards è abbastanza chiaro che dietro i tweet del politico pronto a tutto, che ha il volto di Kevin Spacey, ci sia il social editor della serie. Tra realtà e surrealtà social, molti sono gli incidenti diplomatici causati dal finto Presidente: prima la zampata contro il coinvolgimento di Cameron nei Panama Papers,poi il battibecco con Manuel Valls sulla legge del lavoro che ha spinto il primo ministro francese a rispondere al suo collega, si fa per dire, americano con un tweet che più che ironico suonava piccato e che chiamava in causa addirittura Winston Churchill e il suo motto “La democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora”. Oggi poi, in piena campagna elettorale, l’account Twitter di Underwood è più caldo che mai. E con uno dei suoi slogan migliori – “La verità sulle elezioni è che i candidati vincono e gli elettori no” – porta avanti con l’hashtag #FU2016 la sua campagna, virtuale fino ad un certo punto, parallela a quella di Sanders, Clinton e Trump. Il suo “election day” però sarà il 18 settembre, quando avrà luogo la premiazione degli Emmy, gli Oscar della tv. Ma anche l’Italia ha il suo “maitre à penser” politico e sociale che risponde al nome di Mario Bambea, il personaggio portato in tv da Corrado Guzzanti nella miniserie di successo Dov’è Mario?, scrittore, filosofo, opinionista, uomo di esasperante coerenza. Al fan che lo interroga – “Dottor @MarioBambea se il velo di Maya fosse stata una coperta la filologia classica sarebbe stata completamente diversa? #dubbiometodico” – su Twitter l’intellettuale immaginario risponde con un altrettanto fumoso “In questo caso l’incontro tra fenomeno e noumeno andrebbe ben oltre i tempi regolamentari. #FilologiaSupplementare”. E se da Sky mantengono il mistero su chi ci sia dietro il profilo sostenendo che i personaggi di Guzzanti prendono vita sui social anche senza l’intervento diretto del loro creatore, ciò che diverte è la presenza nel social network anche dell’alter ego di Bambea interpretato sempre da Guzzanti, quel @BizioCapoccetti, comico sguaiato dei teatrini off e dei festival di provincia. Con il suo profilo (descrizione: “Ce sto e nun ce sto. Me se sente e nun me se sente. Sempre e comunque er mejo dell’Odeon Off”) sciorina pillole di saggezza popolare e esilarante del tipo “Certa gente nun sa accettà i complimenti sinceri, tipo quello che j’ho detto: ‘Si c’è ‘na cosa che me piace tanto de te è tu’ cugina’”.

di CHIARA UGOLINI, Repubblica
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