Non mi toccate Fausto Papetti

(di Tiziano Rapanà) Avete sempre nostalgia per i preventivi degli ingegneri del buonsenso. Questo va bene e quest’altro per carità di Iddio: non si può uscire da un certo perimetro di idee. Lo avete letto il preventivo, vero? Ora il nemico è Fausto Papetti, il genio del sax nostrano. La sua colpa? Avere una nipote che fa l’assessore per una giunta regionale di centro destra. E dunque vai di acrimonia che fa sporgere il dente del pregiudizio (come vedi, mi ricordo sempre di te grande Pinketts!). Qui urge una mia lode parziale e spassionata del grande Papetti (vorreste la biografia e l’analisi, ma da me non potete aspettarvi nemmeno un accenno di filologia). Dico solo che le sue canzoni e le sue reinterpretazioni hanno fatto sognare milioni di italiani. Grande lui, così come Santo & Johnny e il mitico Gepi & Gepi. Tutti nemici? Immeritevoli di stare in un eventuale pantheon del sentire popolare? L’ideologia ha inquinato anche la propensione all’abbandono alla soffice nuvola dell’evidenza: è così, non ci si può girare intorno, è tautologia al cubo. Ho preparato una torta per voi acrimoniosi. Vi piacerà, spero. Ha un unico ingrediente: è la mia alterigia, cotta a puntino per voi.

tiziano.rp@gmail.com

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