Vittoria Puccini: «voglio sposarmi: dobbiamo trovare la data».

Quando si parla di Vittoria Puccini, si finisce sempre lì: con Elisa di Rivombrosa, la fiction in costume che le ha dato la fama agli inizi degli anni Duemila.

Eravamo rimasti alla notizia della Rai pronta a rilanciare un nuovo capitolo, con un cast già formato: Benedetta Porcaroli, Alice Pagani, Lucrezia Guidone. E Vittoria. “Non ne so niente. Non mi ha contattato nessuno, nemmeno per un cameo. Ma poi sono morta nell’ultima stagione! Benedetta è una mia amica, me l’avrebbe detto”.

Vittoria Puccini, 42 anni, seduta nella lounge dell’hotel Bulgari di Roma, è in pausa dalle riprese della serie Belcanto, casualmente un altro melodramma in costume ambientato nella prima metà dell’Ottocento sull’origine dell’Opera in Italia. Conclude che il ritorno di Elisa “potrebbe essere una fake news”. Ma apre un grande flashback sull’inizio della sua carriera, lunga, piena, fatta di esperienze molto diverse.

Il debutto avvenne a 18 anni diretta da Sergio Rubini in Tutto l’amore che c’è: “Primo ciak: nudo integrale, una scena d’amore con Michele Venitucci. Ero terrorizzata, mi tremavano le gambe come quando mi interrogavano al liceo classico”. A seguire, le grandi produzioni, tipo Baciami ancora di Gabriele Muccino: “È stato uno dei provini più belli che ho fatto”, e le miniserie per la tv con dieci milioni di spettatori a serata. Fino ai film d’autore dei maestri Pupi Avati e i fratelli Taviani. L’ultimo è Confidenza di Daniele Luchetti, dal romanzo omonimo di Domenico Starnone (in sala dal 24 aprile). Vittoria è la moglie di Elio Germano, professore di un liceo di periferia alla Robin Williams nell’Attimo fuggente, il quale, prima di sposarsi, ha una storia tempestosa con un’ex alunna, a cui consegna un segreto con l’idea di rimanere uniti per sempre. I due si lasceranno, naturalmente. Da quel momento in poi la confidenza che ha concesso lo segue minacciosa.

Nel film, interpreta il ruolo di Nadia Labaro, una professoressa meno amata di lui, e una ricercatrice, fino a quando si convince di non essere brava e abbandona la carriera universitaria. “È una donna a disagio sempre, come se non si sentisse mai all’altezza delle situazioni in cui si trova e delle persone che frequenta, compreso il marito Pietro Vella e la figlia Emma. Il suo pensiero-guida: la vita è un peso, meglio abituarsi presto a portarlo”.

Nadia Labaro non ha punti in comune con lei, secondo Vittoria: “In pratica nessuno. È il bello di questo ruolo”.

Il tema dei segreti emerge durante l’intervista, e Vittoria ammette di averne alcuni, anche se non sa quantificarli. Sostiene di avere un’amica-tomba, a cui confiderebbe anche la cosa più terribile, senza timore di essere tradita.

Il rapporto con il compagno, Fabrizio Lucci, è descritto come un “amore maturo”, anche se puntualizza che si sono conosciuti da adulti e che c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire l’uno dell’altro.

La conversazione si sposta anche sulla questione della privacy e della gestione dei segreti all’interno della coppia e della famiglia. Vittoria racconta di non aver mai controllato il cellulare del compagno né quello della figlia Elena, dicendo che si basa sull’osservazione costante, silenziosa e rispettosa per mantenere un rapporto aperto e fiducioso con loro.

Ha ribadito più volte che lei e Fabrizio non sentivano l’esigenza di ufficializzare il loro rapporto e di sposarsi. Tuttavia, ora rivela: “Invece ci sposeremo. Dobbiamo trovare la data”.

Quando le viene chiesto se abbia mai pensato ad un altro figlio, risponde: “Sì, ho accarezzato l’idea. Ma forse sembrava troppo, considerando tutti i cambiamenti che avevo già affrontato. Ora, però, il tempo è passato. Potrebbe essere un po’ un rimpianto: se potessi tornare indietro, seguirei il nostro desiderio. Ma voglio chiarire che non è un’ombra nel nostro rapporto con Fabrizio”.

Infine, si discute del ruolo dell’artista nell’esprimere le proprie opinioni e nel prendere posizione su questioni sociali e politiche. Vittoria afferma che gli artisti devono potersi esprimere liberamente, ma che il limite è la violenza. Sottolinea l’importanza della libertà di espressione e della condivisione delle opinioni, oltre a incoraggiare i giovani a interessarsi di politica e a non sentirsi disillusi.

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