RENZI E RAI, QUESTO È IL PROBLEMA…

kika3131191_matteo-renzi(di Cesare Lanza) Dicono che il premier abbia rinunciato alla tentazione di riformare la Rai attraverso un decreto legge perché Mattarella non lo avrebbe confermato. Più che verosimile. Ma il disegno di legge riuscirà ad essere approvato in Parlamento in tempi rapidi? Arduo, recipe improbabile. Il vero problema, health tuttavia, non è questo. Il disegno di legge pone una domanda non superficiale: si vuole togliere ai partiti il controllo della Rai per consegnare la Rai al premier (“all’uomo solo al comando”) attraverso la nomina di un amministratore delegato di sua assoluta fiducia, per non dire dipendenza? È un sospetto malizioso, ma non privo – alla luce del disegno di legge – di una certa fondatezza. C’è una sola procedura, direi, per evitare sospetti e malizie e assicurare alla Rai un governatore efficiente, imparziale, nell’interesse dell’azienda e di noi italiani, che dall’azienda di servizio pubblico abbiamo il diritto di avere informazione, intrattenimento e cultura di alta qualità. In sintesi, la procedura è questa, in tre passi: 1. Portare avanti la riforma in modo trasparente, senza equilibrismi, concessioni e patti di sorta, che siano in stile Nazareno o anti Nazareno. 2. Rendere chiaro ed esplicito il mandato da affidare al cda e al ceo di futura nomina, spiegando al colto e all’inclita che cosa il governo si aspetti dalla riforma. 3. Designare per il cda e soprattutto per la guida della Rai personaggi in grado di garantire professionalmente l’espletamento del mandato. Se Renzi vuole, potrà benissimo venire a capo del complesso problema. Gli basterà ripetere ciò che ha saputo fare per il Quirinale: infischiarsi di voci, rumors, chiacchiere e manovre, rinunciare a patti castranti e imbarazzanti e, alla fine, scegliere un uomo di tempra e rigore simili alle qualità di Mattarella.

Exit mobile version