Sanremo 2023, le pagelle della terza serata del Festival

Tutte le canzoni in gara questa sera, con le votazioni affidate alla giuria demoscopica e al televoto

PAOLA & CHIARA – FURORE – VOTO 6
Dark Lady le sorelle Iezzi. Meno Kessler e più resident evil. Le trasparenze sorridono al pubblico ma la canzone resta un po’ troppo anni Ottanta. Un compitino che l’unico furore che ricorda è quello di John Steinbeck. Ma quello era un libro e non scendeva dalle scale.

MARA SATTEI – DUEMILAMINUTI – VOTO 8
Elegante, cronometrica, leggiadra. Ogni sera che passa illumina l’Ariston col suo “Universo”. La sua freschezza è un romanzo breve. Disarmante nella sua profondità

ROSA CHEMICAL – MADE IN ITALY – VOTO 8
Racconta l’Italia con l’ironia di chi non ha nulla da perdere. Se devo fare un appunto direi che il look potrebbe essere meno estremo. Considerato il personaggio, il messaggio giungerebbe più efficace. Comunque un tornado!

GIANLUCA GRIGNANI – QUANDO TI MANCA IL FIATO – VOTO 5
Capisco che ci sia tanta emozione nella lettera al papà ma i sentimenti non arrivano, c’è un senso di incompiuto. Ammirevole la signorilità con la quale ha chiesto di rifare la canzone…nessuna scena isterica. Ma il look chi lo ha scelto? Da catering.

LEVANTE – VIVO – VOTO 7
La voce abbraccia, il testo e materno e ci conquista. Claudia sa come toccare le corde del cuore. Per sua fortuna qui siamo a commentare e declinare una canzone perché se il voto comprendesse anche il nuovo look…beh insufficienza piena. Dove è finita la dolcezza di quella ragazza che ci ha insegnato il mistero di magmamemoria?

TANANAI – TANGO – VOTO 7+
Che bravo, che raffinatezza…il titolo è fuorviante perché Carlos Gardel nulla c’entra col titolo della canzone ma il suo racconto d’amore è estatico. E grazie a questo brano di Alberto, il lunedì ha un altro profumo!

LAZZA – CENERE – VOTO 8+
Una volta, i miei, i nostri nonni, sotto la cenere mettevano le patate a cuocere. Questo artista figlio del pianeta Sirio. Regala i fiori a mamma Francesca. Immenso! Unico.

LDA – SE POI DOMANI – VOTO 6+
Racconta le perplessità di una generazione che l’amore lo ha conosciuto, in primis, sui social, e lo fa con onestà intellettuale. Forse se il vestito brillasse un po’ meno sarebbe più naturale concentrarsi sui sentimenti.

MADAME – IL BENE NEL MALE – VOTO 7+
Il cielo è azzurrissimo in questi giorni a Sanremo. Si confonde col blu del suo vestito, che la rende femminile, intensa, in volo verso l’infinito. Che peccato che il fardello che si porta dietro le impedisca di raccontarsi, di accompagnarci nella profondità della sua anima.

ULTIMO – ALBA – VOTO 7
Ma il sorriso lo ha lasciato a casa? Vabbè che il brano è motivazionale, che è un invito a superare i propri limiti, ma quando l’asticella della vita si alza metterci un po’ di ironia aiuta. Anche perché nella quotidianità non siamo comici…se credessimo ai sorrisi come ai comici. Sul finale la voce sembra sovrapporsi ed evapora un po’ di poesia. Al netto di ciò resta uno dei più intensi autori della sua generazione.

ELODIE – DUE – VOTO 8
Padrona di se stessa e dell’Ariston. L’artista romana offre anche in questa occasione una performance cristallina. Le sole lacrime sono quelle di commozione per l’energia e l’autodeterminazione che le parole diffondono nell’aria.

MR RAIN – SUPEREROI – VOTO 9/10
Ho finito le parole per descrivere i supereroi di Mr Rain. Siamo noi che tutti i giorni ci alziamo quando suona la sveglia e attraversiamo le ore con le nostre fragilità. Ricordiamoci sempre che chiedere aiuto non deve mai fare paura.

GIORGIA – PAROLE DETTE MALE – VOTO 8/9
Elegante come a Versailles. L’applauso che saluta la discesa di Giorgia dal palco dell’Ariston è il più lungo della serata. Nella sua idea la bella canzone non si può ascoltare a ripetizione, ma questo brano si ascolterebbe in loop.

COLLA ZIO – NON MI VA – VOTO 6/7
Sfacciati quanto basta per non avere paura di un palco così importante, originali quanto basta per dimostrare che sono unici. Accettare di essere umani e avere debolezze è forse il modo migliore per farci i conti: è un consiglio intergenerazionale.

MARCO MENGONI – DUE VITE – VOTO 9

Look alla Marlon Brando e sorriso da Zecchino d’Oro. So che dire che è favorito porta a scongiuri ma l’applausometro, dell’Ariston e della sala stampa, non può essere ignorato.

COLAPESCE E DIMARTINO – SPLASH – VOTO 8/9
Mentre i loro pensieri vanno per il mondo…noi ci tuffiamo nell’immensità del blu. Questa coppia ogni sera fa un passo avanti nei nostri cuori con una canzone che è poesia e disincanto. Trasmette allegria: vi assicuro che entrerà nella nostra quotidianità.

COMA_COSE – L’ADDIO – VOTO 8
L’addio è un lontano ricordo visto che ora si parla di matrimonio. E loro sono uno spettacolo. Forse indulgono un po’ troppo in sguardi dolci ma chissenefrega…sono arrivati gli occhi felici dopo i giorni brutti.

LEO GASSMANN – TERZO CUORE – VOTO 5
Certo non è più il tempo di Nunzio Filogamo, Achille Togliani, Nilla Pizzi e del reuccio Claudio Villa… ma presentarsi in canottiera stona comunque. La canzone si fa ascoltare e aggiungo che con la voce che ha Leo poteva osare di più.

I CUGINI DI CAMPAGNA – LETTERA 22 – VOTO 5
Occhiali da sole in platea e in tutta la provincia di Sanremo per salvare le retine dai raggi luminescenti riflessi dagli abiti di questi signori che provano a portare un po’ di Novecento nel nuovo millennio. Continuano a non convincere. 

OLLY – POLVERE – VOTO 5
Una volta c’erano gli urlatori, il loro porta bandiera era Tony Dallara. Questo giovane artista sembra si perda un po’, quasi che voglia strafare. Ed è un peccato perché il talento lo ha.

ANNA OXA – SALI – VOTO 5
Mi ricorda Nicole Kidman in The Others quando ancora non si capiva quale era il mondo reale e quale quello dell’iperuranio per usare un eufemismo. L’urlo finale le regala un bell’applauso in sala ma non la sufficienza.

ARTICOLO 31 – UN BEL VIAGGIO – VOTO 5/6
Si raccontano senza reticenza ma, lasciatemelo dire, c’è un po’ troppa melanconia in queste parole. Hanno segnato almeno due generazioni e qui passa soprattutto quello che non è accaduto. 

ARIETE – MARE DI GUAI – VOTO 6
Tra Giamburrasca e Tom Sawyer. E anche un po’ il cam…caminin…spazzacamin di Mary Poppins. Stasera sembra un po’ raminga questa giovane artista e il mare di guai un po’ la travolge.

SETHU – CAUSE PERSE – VOTO 5/6
La versione punk di Adso da Melk, il novizio di Sean Connery (ovvero fra Guglielmo da Baskerville) ne Il Nome della Rosa. E non me ne voglia l’inquisitore Bernardo Guy per questo accostamento. Gli va però riconosciuta una energia iconoclasta.

SHARI – EGOISTA – VOTO 7
Cresce la giovane artista di Monfalcone. E’ tra i pochi concorrenti di questo Festival che sfrutta tutte le sfumature della sua voce. La più bella scoperta di Sanremo Giovani.

gIANMARIA – MOSTRO – VOTO 6
Un po’ (troppo) statuario anche quando il ritmo si accende. Sembra intimidito ma forse c’è un motivo: il suo pezzo parla a una generazione sempre connessa e lui ha scelto di stare qualche minuto con se stesso. Coraggioso.

MODA’ – LASCIAMI – VOTO 6+
Come una macchina che taglia le curve…in alcuni momenti la voce di Kekko sembra uscire frettolosa, quasi per timore che le paure a fatica sopite possano ripresentarsi.

WILL – STUPIDO – VOTO 6/7
L’attesa è stata lunga ma non ha scalfito l’energia di questo giovane artista che al Festival ha portato il suo bisogno di essere autentico: volevo fare il poeta ora l’essere umano è come una carezza. 


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