La vita di Raffaella Carrà diventa una serie tv

La Italian International Film-Gruppo Lucisano e la Kubla Khan 1990 hanno acquistato i diritti per trasporre la vita di Raffaella Carrà in una serie tv

da quando ci ha lasciato il 5 luglio del 2021 che molti hanno iniziato a pensare che la storia di Raffaella Carrà sarebbe stata perfetta per essere trasposta in una serie tv e, finalmente, quell’idea è diventata realtà.

La Italian International Film-Gruppo Lucisano e la Kubla Khan 1990di Umberto Massa hanno, infatti, annunciato di essersi aggiudicati i diritti per la realizzazione di una serie tv dedicata all’artista entrata nei cuori degli italiani (e non solo) grazie alla sua arte, alla sua musica e, soprattutto, al suo carisma: al centro della serie ci sarà la sua vita, ma anche il percorso professionale che l’ha portata a diventare una star nel nostro Paese, ma anche fuori dai confini nazionali, Spagna in primis.

«Sono davvero felice di annunciare questo progetto e poter collaborare con gli eredi di Raffaella così come della partnership produttiva con Umberto Massa. Siamo tutti entusiasti di questa nuova avventura, poiché ci consente di rappresentare una figura unica nel mondo dello spettacolo, un mito che ha influenzato intere generazioni, un’artista che ha saputo incantare il pubblico di ogni età, genere e livello culturale. La sua straordinaria popolarità ha varcato i confini italiani e l’ha resa icona della musica e del costume in ogni parte del mondo. Ed è nel mondo che noi la porteremo», ha dichiarato la produttrice Paola Lucisano.

Nessuna notizia, invece, su come si svilupperà la serie su Raffaella Carrà: quante puntate prevederà, chi la dirigerà, chi ne sarà la protagonista e, soprattutto, dove andrà in onda. Dopo Ballo ballo, che ha utilizzato le canzoni di Raffaella per mettere in piedi una trama alternativa ambientata in Spagna, è arrivato il momento di raccontare la sua storia in modo da celebrarne il talento e l’energia, anche se non è detto che la serie vedrà la luce sulla Rai, casa della Carrà per diversi decenni, o altrove, magari su qualche piattaforma. L’importante è che il pubblico riesca a vederla e, possibilmente, ad amarla.

vanityfair.it

Torna in alto