Venti anni fa, un’intera generazione di giovani italiani fu conquistata dall’arrivo dei Pokémon. I mostriciattoli più famosi del mondo degli anime e dei videogame facevano la loro prima comparsa nella televisione italiana proprio il 10 gennaio del 2000. Da allora, la Pokémon-mania esplose nel Bel Paese, complice anche l’indimenticabile sigla cantata da Giorgio Vanni. Ancora oggi continuano a mantenere un successo globale fra i piccini di oggi e i bambini di allora, giovani adulti nostalgici che nonostante siano cresciuti non hanno dimenticato Pikachu e i suoi compagni di viaggio.
Il loro nome deriva dall’espressione “Pocket Monsters”, ossia “mostri tascabili”. Il nome di queste creature immaginarie è dovuto alla possibilità di essere catturate con le speciali sfere Pokéball, poi trasportabili all’interno delle tasche o degli zaini dei protagonisti, indipendentemente dalla mole degli animaletti fantastici. I Pokémon venivano allenati e fatti sfidare fra loro, anche all’interno di palestre specializzate, per permettere ai loro allenatori di guadagnarsi delle medaglie. Sviluppavano nel corso del tempo rapporti di amicizia e fiducia con i loro padroni, esattamente come degli animali domestici, come nelle intenzioni del loro creatore.
Nella primissima puntata della serie tv, incominciava l’avventura di Ash Ketchum, bambino di soli 10 anni che in compagnia del suo fedele Pikachu (una sorta di topo elettrico) partiva alla conquista del suo sogno: diventare il miglior allenatore di Pokémon del mondo. Nel corso del viaggio, Ash e Pikachu incontrano la dinamica Misty e il timido Brock, che si aggiungono a loro diventando in poco tempo amici inseparabili. Sono tanti poi i Pokémon che da allora son entrati nell’immaginario collettivo di un’intera generazione: Charmander, Squirtle, Bulbasaur, Vulpix, Snorlax solo per citarne alcuni. Alla serie di successo seguirono poi anche i film, di cui il più celebre resta il primo, che vedeva lo scontro epico fra i leggendari Mew e MewTwo.
Visto il successo planetario della serie di videogiochi ideata nel 1996 dall’informatico giapponese Satoshi Tajiri, i Pokémon approdarono quindi molto presto anche su altri campi. Dai videogames nacquero le carte da gioco, i manga e gli anime, i film, i parchi a tema, i libri e una quantità di gadget e giocattoli pressoché infinita. I Pokémon furono degli apripista del genere (dopo di loro arrivarono anche i Digimon, ma non sfondarono quanto i loro predecessori), coinvolsero milioni di bambini in tutto il mondo e continuano a rinnovarsi mantenendo un enorme successo dappertutto. Tra il 1996 e il 2018 il fatturato totale dell’intero franchise si aggirava intorno ai 60 miliardi di dollari (più di Marvel, Star Wars, Harry Potter e SuperMario). “Gotta catch’em all!” (“Catturali tutti!”) recita l’intramontabile slogan dei Pokémon: e visti questi numeri, pare proprio che Satoshi Tajiri ci sia riuscito. Auguri!
Nico Riva, ilmattino.it