Missoni, storia d’amore e di un’azienda, i tessuti colorati in una docufiction

Aneddoti, inediti e curiosità sulla famiglia simbolo del made in Italy

«Il creatore della casa di moda Missoni sono io, ma mia moglie Rosita ha creato me, quindi…».Quindi non si sa quale sia l’anello forte nella storica coppia della moda italiana, quella di Ottavio Missoni (scomparso nel 2013) o sua moglie Rosita Jelmini. Aneddoti, racconti inediti e curiosità sulla famiglia Missoni nel documentario in onda questa sera su Sky Arte Being Missoni- Fashion memories from the future, per i 65 anni di attività. Un’azienda di famiglia che ha prodotto iconici filati e una celebre maglieria dalle stampe geometriche e coloratissime, oggi ormai un trend internazionale. «In Perù sono secoli che ci copiano», ironizzava Ottavio, soprannominato «Tai». Tutto nasce negli anni ’50 a Sumirago, in provincia di Varese, dove Missoni opera tuttora. Un sogno che ha preso corpo a poco a poco. «Lì era pieno di officine meccaniche. Abbiamo dato lavoro a molte ragazze, che fino ad allora erano costrette a lavorare fuori», racconta Rosita. E le donne sono rimaste il punto centrale della storia dei Missoni. Dalla figlia Angela, direttore creativo della maison dal ’97 alla nipote Margherita, 35 anni, da quest’anno a capo della linea M di Missoni. È il 2006 quando tutte e tre insieme vanno ospiti nel salotto americano di Oprah Winfrey. Una giovanissima Margherita si ritrova a dare lezioni di stile davanti alle telecamere del mondo intero: «Se scopri la schiena non puoi essere scollata, se scopri le gambe, non puoi scoprire le braccia». È l’Italia che si fa portavoce dello stile del mondo. Oggi Missoni ha tanti nuovi progetti, che riguardano anche l’espansione del marchio nel mercato cinese. La storia nasce dall’indissolubile binomio nato nel ’48 tra Ottavio, all’epoca atleta e Rosita Jelmini, figlia di industriali tessili. Si conobbero a Londra, lei lo vide per la prima volta mentre correva ai 400 metri alle Olimpiadi. Cinque anni dopo si sposano. Condividono sessant’anni di vita e passione per l’arte e la moda. Nel 2013, la morte del figlio Vittorio, scomparso al largo delle coste venezuelane su un velivolo privato insieme alla compagna Maurizia Castiglioni e una coppia di amici. «La vita ti dà e ti toglie in egual misura», dice Rosita. Una moda da sempre provocatoria, quella dei Missoni, raccontata nei dettagli di un docufilm. Dettagli come la famosa sfilata del ’67, quando i Missoni furono «cacciati» dal Pitti per aver fatto sfilare modelle con tessuti trasparenti senza reggiseno. E da lì ha preso corpo la loro storia sempre di più. Ma in fondo senza provocazione non esiste innovazione.

Lorenza Sebastiani, ilgiornale.it

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