Quello che non ti aspetti. Netflix pubblicherà un fumetto

Primo frutto dell’acquisizione della casa Millarworld da parte della piattaforma di streaming. Non solo adattamenti per la tv ma anche esordio nel settore dei comics con Olivieri Coipel

NETFLIX si dà ai fumetti. Nel senso che pubblicherà un albo, proprio come una casa editrice del settore. Continuano le collaborazioni con Marvel per produrre contenuti originali ma si sviluppa in parallelo una prima tappa legata a Millarworld, la casa (o meglio, la linea di diritti e prodotti) dell’autore Mark Millar, autore di serie come Kick-Ass, Kingsman, Logan, Captain America: Civil War e Wanted (la miniserie diventata poi un film con Angelina Jolie, come su pellicola sono finite molte sue altre creazioni) acquistata lo scorso agosto dalla piattaforma di streaming per una cifra mai resa nota. Non solo, dunque, col progetto di sviluppare e adattare serie tv da quelle storie ma anche, a quanto pare, col progetto di lanciarsi nell’editoria tradizionale.

Il primo titolo prodotto da Netflix e Millarworld, che uscirà sia in formato cartaceo che digitale, sarà The Magic Order, un dramma generazionale che vedrà al centro cinque famiglie di maghi che lottano per salvare il mondo da una misteriosa minaccia. Se la scrittura è ovviamente affidata allo stesso 47enne fumettista scozzese, l’illustratore di questa miniserie da sei uscite, la cui prima è in programma per la primavera del 2018, sarà il francese Olivier Coipel, già alle prese con Thor, The Avangers, The Amazing Spider-Man. “Poter vedere il nostro nome sullo stesso albo è un onore assoluto” ha commentato Millar sull’ingaggio di Coipel.

Dunque Netflix entra nel mondo dei comics con una coppia garantita: “Volevamo fare qualcosa di clamoroso per i nostri primi volumi ed ecco qui – ha dichiarato Millar a Hollywood Reporter – amo le serie dark fantasy e c’è un enorme vuoto nel mercato per progetti del genere”. In una recente intervista Millar ha spiegato di voler pubblicare almeno venti uscite all’anno per la piattaforma.

Simone Cosimi, Repubblica.it

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