ALVARO SOLER, DAI TORMENTONI A X FACTOR. “ARISA È SORPRENDENTE, MA UN DISCO LO FAREI CON MANUEL”

Intervista all’artista, divo pop delle due ultime estati con “El mismo sol” e “Sofia” e ora nella giuria del talent

Alvaro SolerBELLO è bello, c’è poco da fare. Ma è anche simpatico, garbatissimo, dotato di un’intelligenza musicale che nel campo del pop mainstream non è notoriamente una necessità. È il classico ragazzo che vorresti avere come amico a scuola, quello con cui puoi divertirti ma anche studiare, con il quale un giorno puoi saltare una lezione e un giorno preparare una tesina. Alvaro Soler, venticinque anni, da Barcellona, divo pop delle ultime due estati italiane con El mismo sol e Sofia, è da qualche settimana anche il giudice “internazionale” di X Factor, guida la categoria delle band, e oltre a fare l’ovvio, ovvero firmare autografi e sottoporsi ai selfie di decine di ragazze adoranti, discute con Manuel Agnelli, cerca di spiegare la sua “via intelligente al pop” a Fedez, scherza con Arisa e, ovviamente, spera di vincere il talent show di Sky con uno dei suoi gruppi.
“Ovviamente il bilancio di X Factor finora è più che buono”, ci racconta, “è un’esperienza incredibile per uno che come me ama la musica. Con le band sono a casa, anche se la gente mi conosce come solista, perché possono lavorare su stili musicali diversi, come quello dei Soul System e dei Daiana Lou, mettere a fuoco cose nuove, e anche far conoscere meglio alla gente chi sono come musicista”.

Daiana Lou e Soul System sono due universi musicali molto diversi tra di loro, ma anche dal suo.
“Confrontarsi con nature musicali differenti è la cosa più bella. Se le band avessero avuto il mio stile sarebbe una noia mortale. Mi piace cambiare dinamica con i Soul System, che sono una festa di suoni, mi piace la sfida dei Daiana Lou, suonano tutto in due, non hanno arrangiamenti noti da poter usare. La mia idea è quella di far vedere alla gente che dietro le apparenze di tutte le band c’è un mondo sonoro più ricco”.

Il live, anche se è televisivo, crea tensione e adrenalina per i concorrenti ma anche per i giudici?
“Si, certo, perché non vuoi che accada nulla di sbagliato. Ma io penso che se arrivi alla puntata con tutto preparato per bene, hai lavorato tanto e sei sicuro, non c’è problema. È vero, c’è la tv, le pause, le regole del gioco. Ma sto imparando. Alla prima puntata la tensione era enorme, Manuel ed io dovevamo prendere le misure, capire come tutto funzionava. Ma ogni volta va meglio: quello che mi interessa è avere delle buone idee, e ne ho un paio per le prossime puntate, e lavorare bene con le band e arrivare a presentarle con il rispetto che meritano”.

Pensa di far cantare una delle sue canzoni alle band, come ha fatto Agnelli la scorsa settimana?
“Con Daiana Lou sicuramente, vorrebbero fare un pezzo mio, penso a Cuando volveras, che è più malinconica e melodica, una delle mie canzoni preferite del mio album Eterno agosto, è una canzone molto personale, parla della mia città, Barcellona”.

Ci dica la verità: Arisa era davvero un po’ brilla per il primo live?
“Non ne me ero accorto prima, ma a dire la verità non mi ha sorpreso, perché per lei era una serata difficile, era andata via dal programma per quello che aveva detto durante i live, è tornata e immagino la tensione della serata fosse molto grande, si sentiva sotto esame. Ma è brava, attivissima, sorprendente”.

Con Agnelli e Fedez ci sono più discussioni…
Ovviamente ci sono momenti in cui mi piacerebbe parlare e capire meglio l’italiano per poter rispondere e dire cose giuste. Mi fa arrabbiare non poterlo fare per bene quando ricevo critiche da Manuel sui pezzi. Io penso che dovrebbero criticare gli arrangiamenti o le performance, non la scelta delle canzoni ma come i ragazzi le fanno diventare loro con le interpretazioni. Noi come band lavoriamo tantissimo sull’arrangiamento, gli altri con i solisti, hanno basi più semplici, più simili al karaoke, simili agli originali”.

Lavorerebbe volentieri con Agnelli o con Fedez? Potrebbero nascere delle collaborazioni?
“Mi piacerebbe molto, amo collaborare con altri artisti, con Fedez sarebbe più scontato, ogni cantate pop ha un po’ di rap. Sarebbe più sorprendente con Manuel, mi trovo benissimo con lui, i diverbi musicali sono naturali, io non devo convincerlo di quello che piace a me. Ma la sua musica ha una parte melodica che mi piace molto”.

La sua musica cambierà dopo questa esperienza?
“Non lo so, non lo posso sapere. So che come artista molte cose potranno cambiare, so che la gente conoscerà meglio quello che faccio e quello che non so fare, è una bella opportunità”.

E la sua vita, come sta cambiando?
“Avere casa in tre posti diversi, Barcellona, Berlino e adesso Milano, ha i suoi pregi e i suoi difetti. Ma sono contento di essermi trasferito a Milano tre settimane fa. Mi è piaciuto di non dover più aprire e chiudere il bagaglio, avere un appartamento a Milano con le mie cose è fantastico, mi sento a casa, e essere sempre in giro senza una ‘base’ non mi piace: adesso lo so, non lo avevo mai provato prima. Volevo venire a Milano quando studiavo architettura, ma costava troppo. Adesso è come se facessi l’Erasmus per due mesi. La cosa bella è che posso stare con la mia famiglia: mia mamma verrà a Milano tra poco. Dice che vuole venire a cucinarmi qualcosa…”.

Repubblica

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