Blue Whale, Le Iene ammettono: “Quei video dei suicidi erano un falso”

L’autore del servizio andato in onda su Italia 1, Matteo Viviani, sostiene di non aver fatto le necessarie verifiche sui filmati che mostrano ragazzi togliersi la vita, associati al ‘gioco’ del suicidio

ROMA – Sui tavoli della Polizia postale continuano ad arrivare le segnalazioni di decine di casi sospetti di Blue Whale, la sfida social che spingerebbe i ragazzi ad affrontare cinquanta prove estreme in cinquanta giorni, fino a quella finale: togliersi la vita. Si sta indagando sul primo possibile curatore, cioè una persona che guiderebbe chi decide di partecipare alla sfida prova dopo prova: si tratta di un 16enne calabrese. Ma, fino ad oggi, in Italia non esistono prove che legano casi di suicidio a questa sorta di roulette russa. E anche i presupposti che hanno scatenato una psicosi collettiva intorno a Blue Whale, iniziano a scricchiolare.
Infatti, in un’intervista rilasciata ieri al Fatto Quotidiano Matteo Viviani, l’autore del servizio de Le Iene che ha portato il caso all’attenzione del pubblico italiano, ha ammesso di non aver fatto tutte le verifiche necessarie sui video mandati in onda. Scene cruente, mostrano giovani nel momento in cui decidono di togliersi la vita, e vengono associate a Blue Whale. “Me li ha girati una tv russa – dice – ma erano esplicativi di quello di cui parlava il servizio. Cambiava qualcosa se mettevo un voice over di 4 secondi in cui dicevo che quei video non erano collegati a Blue Whale?”.
Altra falsità – secondo le indagini – è il legame fatto durante il servizio tra il caso di Livorno, dove un 15enne si è ucciso lanciandosi da un grattacielo, e Blue Whale. Viviani si giustifica: “Abbiamo premesso che il legame con Blue Whale era la versione del suo amico e che era solo il punto di partenza”.
Prima ancora della confessione di Viviani, Andrea Rossi (di ”Alici come prima”), giornalista 26enne che sogna di lavorare proprio per Le Iene, ha analizzato i filmati trasmessi su Italia 1. Si trovano tutti su un sito chiamato LiveLeak.com, dove è possibile sia guardare i video integrali che reperire qualche informazione in più in merito alle immagini. Ebbene: uno dei filmati è stato effettivamente girato in Russia, anche se nella descrizione non si fa alcun riferimento a Blue Whale. Il secondo, però, viene addirittura dalla Cina, mentre un altro è stato catturato in Ucraina nel 2010 e – si legge su LiveLeak – il ragazzo che si è suicidato l’ha fatto per amore. Dubbi anche sul terzo video, con le due adolescenti che si tolgono la vita, mentre l’amica osserva la scena: si tratterebbe di un montaggio, un falso.
“Mi hanno inviato il video de Le Iene su WhatsApp e subito il mio commento è stato: ‘questo servizio non mi convince’ – racconta Rossi a Repubblica – Dato che non hanno tagliato la fonte delle immagini, LiveLeak, ho deciso di fare una ricerca con l’aiuto di un amico: Francesco Dilengite“. Poi ha pubblicato un video su Facebook con il risultato del fact checking, ossia della verifica, che – dice – ha portato all’ammissione di Viviani. Alle giustificazioni del giornalista, risponde: “Doveva dire che i suicidi non erano correlati a Blue Whale”.
Dei punti pochi chiari dell’intera vicenda Repubblica ne ha parlato qualche giorno fa: al momento, l’esistenza di un “gioco” strutturato di nome Blue Whale e dietro il quale ci sarebbe, per di più, una mente criminale non è verificata. Ciò non toglie che online ci siano gruppi che istigano all’autolesionismo e al suicidio, nati anche per via del clamore mediatico, per cui è utile prestare attenzione.

di Rosita Rijano, la Repubblica

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