Ryan Reynolds e la quarantena con Blake Lively: «Mi manca la mia famiglia segreta»

L’attore ribadisce quanto sia importante scegliere le persone con cui trascorrere l’isolamento domiciliare e scherza riguardo la sua famiglia segreta: «Vive in Danimarca, ma io sono felice di essere rimasto con quella di Hollywood»

«Quando ti dicono che dovrai rimanere in casa per parecchi giorni, è normale scegliere bene le persone con cui trascorrere quel periodo di tempo». Ryan Reynolds parla della sua quarantena durante l’edizione «casalinga» del «Tonight Show». «Devi perdere una decisione importante in una frazione di secondo», scherza l’attore canadese con Jimmy Fallon, «devi stare attento e pensare più veloce possibile».

«Sono in isolamento domiciliare con mia moglie (Blake Lively, ndr) e le nostre tre figlie, in più c’è mia suocera», rivela Reynolds. «Adoro le persone che sono in quarantena con me: non potevo chiedere di meglio, scegliere è stato davvero facile». Fallon, inizialmente, non capisce dove voglia arrivare la star: scegliere tra chi? «Tra la mia famiglia pubblica e quella segreta, che vive in Danimarca».

«Mi mancano molto Luna, Lekhet e Una», continua Ryan sorridendo. «Certo, Una è fantastica», risponde il presentatore tenendogli il gioco. «È davvero dolce, ma non mi pento di aver scelto la mia famiglia di Hollywood». Lo scherzo prosegue, prima di affrontare temi più seri: ad esempio il milione di dollari che i Reynolds’ hanno donato a Feeding America e i 400mila dollari ad alcuni ospedali di New York.

C’è spazio anche per toccare l’argomento cinema, seppur per adesso i ciak siano sospesi: «Sul set di “Red Notice” ci siamo divertiti. Abbiamo riprovato alcune scene persino 28 volte perché io e Dwayne Johnson non riuscivamo a smettere di ridere, il che non è rispettoso per gli investimenti di Netflix. Come facevo a smettere? In quei casi inizio a prendermi a pugni fino a procurarmi dei crampi muscolari».

Insomma, oltre alla sua famiglia «pubblica», Ryan conserva in quarantena anche il suo tipico senso dell’umorismo.

VanityFair

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