STANDING OVATION PER ALCHEMAYA, LO YELLOW SUBMARINE SPIRITUALE DI GAZZÈ

Uno “yellow submarine che vola” alla riscoperta dell’anima. Max Gazzè incassa la standing ovation del Teatro dell’Opera di Roma per la prima data live del suo progetto forse più ambizioso, ‘Alchemaya’, che lui stesso definisce la sua prima “opera esoterica” (nel senso più stretto del termine, per iniziati, ma anche con l’obiettivo non celato di iniziare il pubblico a qualcosa di nuovo) e “sintonica” (crasi coniata per l’occasione per unire l’uso dei sintetizzatori alla Bohemian Symphony Orchestra di Praga, che lo accompagna sul palco, diretta dal Maestro Clemente Ferrari). Un progetto che lo porterà fino a metà aprile nei teatri di altre 5 città e che verrà inciso in questi giorni anche su disco, per uscire dopo l’estate.
“Un concerto anomalo, un progetto ambizioso”, ammette l’artista. E d’altronde Gazzè è da sempre una pop star quasi ‘suo malgrado’: geneticamente outsider e anticonvenzionale è diventato un turista del mainstream, grazie al successo dei suoi brani, che sono però sempre frutto di accurata ricerca musicale e nei testi.
Alchemaya‘ è diviso nettamente in due atti: il primo vede alternarsi brani tratti da letture sacre e scritti mistici sulla genesi dell’umanità, recitati sul palco da Ricky Tognazzi, ad altri creati per l’occasione da Max Gazzè (che qui recupera anche “il Massimiliano compositore”) con il fratello Francesco. Brani che propongono un excursus dalla creazione dell’uomo, per arrivare ad un percorso più introspettivo, all’interno dell’uomo, cantati da Max, sul palco questa volta con la sola voce, ‘denudato’ dell’inseparabile basso che imbraccia normalmente nei suoi live. Così, mentre Tognazzi recita scritti ispirati al ‘Libro perduto dei Dio Enki’ e brani della Bibbia, Gazzè canta pezzi intitolati ‘L’origine del mondo’, ‘Il diluvio di tutti’ o ‘Alchimia’, per culminare nel ‘Progetto dell’anima’, che non a caso chiude il primo atto con un inno ad “amore, coscienza e risveglio”.
“Questo progetto è un vero e proprio ‘concept’ -spiega Gazzè- che nasce dalla mia ricerca personale negli ultimi 20 anni su temi di storia, filosofia, fisica quantistica e dalla mia ricerca spirituale. Volevo far sì che attraverso le melodie e i testi di questi brani si attivasse una piccola campanella che ci ricordasse che abbiamo anche un’anima. Spesso pensiamo che il progresso dell’essere umano sia legato alla tecnologia e abbiamo dimenticato che c’è una tecnologia interna, abbiamo trascurato la tecnologia dell’anima. Questo è il senso del primo atto”, sottolinea Gazzè alla fine di un concerto al Teatro Costanzi applauditissimo, che ha visto in platea molti dei suoi colleghi e amici, a partire da Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Carmen Consoli.
Il secondo atto cambia registro, proponendo un vero e proprio show con alcuni dei successi discografici di Gazzè completamente riarrangiati per orchestra, da ‘Il timido ubriaco’ a ‘Il solito sesso’, da ‘Ti sembra normale’ a ‘Sotto casa’, più due canzoni inedite (‘Se soltanto’ e ‘Un brivido a notte’), che nel disco diventeranno tre. “Alchimia d’altronde in greco vuol dire fondere, che è quello che accade con la combinazione fra i due mondi musicali di ‘Alchemaya’”, spiega Gazzè.
Il passaggio dall’introspezione del primo atto al secondo atto più leggero ha un effetto quasi catartitco sul pubblico che si scatena con battimani e cori. La riscrittura per orchestra dei suoi successi ha un effetto potente: “Abbiamo lavorato moltissimo con Clemente Ferrari, davvero è il caso di dire: 10 per cento ispirazione, 90 per cento traspirazione. I vecchi brani sono stati completamente spogliati e ricomposti, con preludi ed interludi (c’è anche una citazione di ‘Cuore matto’ nell’incipit di ‘Ti pare normale’, ndr.). Ci siamo un po’ divertiti. E forse siamo stati anche degli incoscienti perché l’orchestra ha provato pochissimo. Per fortuna sono davvero tutti maestri. E, per quanto nella prima data ci può essere stata qualche sbavatura, sono molto soddisfatto: mi piaceva trasferire un concetto di creazione dell’uomo per arrivare a percepire cosa è l’uomo veramente, nel suo slancio verso il divino, nella sua vera essenza. E volevo farlo con leggerezza, come fosse un viaggio di Jules Verne al centro della Terra o un Yellow Submarine ma in volo e non sott’acqua”. E non a caso il libretto di ‘Alchemaya’ è corredato da splendide illustrazioni che strizzano l’occhio alla grafica del celeberrimo album dei Beatles.
Dopo il debutto romano, il viaggio di ‘Alchemaya’ prosegue l’8 aprile al Teatro dell’Opera di Firenze, il 10 aprile al Teatro San Carlo di Napoli, l’11 e il 12 aprile al Teatro degli Arcimboldi di Milano, il 13 aprile al Gran Teatro di Padova e il 14 aprile all’Auditorium del Lingotto di Torino. Da oggi e prima della data di Firenze, Gazzè sarà invece alle Officine Pasolini per registrare l’album, con la Bohemian Symphony Orchestra.

ADNKRONOS

Torna in alto