‘LA LA LAND’ TRIONFA AI GOLDEN GLOBE DELL’ERA TRUMP. E MERYL STREEP ATTACCA IL PRESIDENTE

Il musical con Emma Stone e Ryan Gosling ha vinto sette premi della stampa estera a Hollywood. Nella serata condotta da Jimmy Fallon battute sul presidente eletto ma anche un duro attacco di Meryl Streep: “Quando i potenti si permettono la mancanza di rispetto e la violenza incitano gli altri a fare altrettanto”

emma stone LA LA LANDIl trionfo del musical La La Land, che con sette premi ha stabilito un record, ma anche riconoscimenti a Moonlight, film sulle tre età di un ragazzo gay nero nei sobborghi di Miami, al film francese Elle di Paul Verhhoeven con Isabelle Huppert, alla performance drammatica di Casey Affleck in Manchester by the sea, alla serie tv sulla giovane regina Elisabetta The Crown, a American Crime Story: The people vs O.J. Simpson e a The Night Manager sul fronte tv. Si sono svolti nella notte a Los Angeles i Golden Globe 2017, i primi premi dell’era Trump, la cerimonia di assegnazione dei premi della stampa estera a Hollywood, da sempre considerati indicatori per la notte degli Oscar, che quest’anno si svolgerà il 26 febbraio.
Ballando e cantando. La La Land, lo strepitoso musical che ha inaugurato la Mostra del cinema di Venezia e arriva nelle sale italiane il 26 gennaio, ha sbaragliato i concorrenti aggiudicandosi sette Golden Globe facendo l’en plein sulle sette nomination. Il film è un musical che rende omaggio ai classici degli anni d’oro di Hollywood. C’è il tip tap alla Gene Kelly di Cantando sotto la pioggia, la storia d’amore, il jazz e i tormenti della fama altrui come in New York, New York, l’atmosfera sospesa di Les parapluies de Cherbourg, ma i protagonisti sono due sognatori della Hollywood contemporanea. Mia (Emma Stone) è un’aspirante attrice che serve cappuccini alle star fra un’audizione e l’altra e Sebastian (Ryan Gosling) è un appassionato musicista jazz, tira a campare in squallidi pianobar. L’incontro è un colpo di fulmine ma quando il successo arriva per entrambi, i due si trovano di fronte a decisioni che incrinano il fragile edificio della loro storia d’amore.
Golden Globe ai tempi di Donald Trump: l’attacco di Meryl Streep. La serata è stata condotta dal comico Jimmy Fallon che ha divertito con battute su Donald Trump (“i Golden Globe sono uno dei pochi posti rimasti dove l’America onora ancora il voto popolare” e “neppure la peggior cantante del mondo, Florence Foster Jenkins ha accettato di cantare all’inaugurazione del presidente eletto”), un’apertura musical come omaggio-parodia di La La Land e un tributo a Debbie Reynolds e Carrie Fisher (“quest’anno abbiamo perso molte leggende del cinema ma solo poche settimane fa abbiamo perso una mamma e una figlia ed è una grandissima mancanza quella che sentiamo”) per il quale il figlio e fratello Tod Reynolds ha subito ringraziato su Twitter.
ll presidente eletto non è stato soltanto citato a sfondo umoristico, Meryl Streep – premiata con il Cecil B. Demille alla carriera dopo trenta nomination e otto statuette – ha attaccato senza mai nominarlo Donald Trump con un discorso che, dopo un inizio ironico (“Hollywood, stranieri e stampa: siamo la cosa più bistrattata dal paese oggi”) si è trasformato in un duro affondo: “Quest’anno c’è stata una performance che mi ha fatto digrignare i denti: la persona a cui è stato chiesto di sedere nello scranno più rispettato del paese si è messo ad imitare un giornalista disabile, una forma di mancanza di rispetto e un atto di violenza. Se i potenti usano il loro potere per bullizzare gli altri perdiamo tutti” ha detto l’attrice facendo riferimento ad un episodio avvenuto durante la campagna elettorale in cui un giornalista disabile del New York Times era stato preso in giro da Trump.
L’attrice ha concluso il suo discorso con un appello alla stampa: “Abbiamo bisogno dei giornalisti e chiedo alla Hollywood Foreign Press di aiutarci a tutelare la stampa perché in futuro avremo sempre più bisogno di tutelare la verità”. Da parte sua Trump, sentito telefonicamente dal New York Times, ha detto di non aver visto lo show e “non essere sorpreso” dalla posizione della signora Streep “a Hillary lover”, come l’ha definita il presidente eletto, e in generale di essere stato “attaccato dal popolo liberale del cinema”.
Gli attori: mogli, padri e impegno. La bellissima coppia di amici Emma Stone e Ryan Gosling, è il loro terzo film insieme, ovvero i sognatori Mia e Sebastian di La La Land hanno portato a casa la statuetta per i migliori attori di musical. Gosling, nel suo discorso di ringraziamento, ha alternato momenti di ironia (“non è la prima volta che mi scambiano con Ryan Reynolds – anche lui candidato per Deadpool, ndr. – ma questa volta è andata bene a me”) a momenti di commozione ringraziando la moglie Eva Mendes, che durante la lavorazione del film era incinta della loro seconda figlia e stava “lottando accanto a suo fratello malato di cancro”. Una citazione per la mamma, il papà e il fratello presente in sala anche per Emma Stone, che ha dedicato il premio agli attori: “Questo è un film che parla di persone creative e le persone creative prima o poi si trovano una porta sbattuta in faccia. Ci sono tanti attori che vengono rifiutati o non vengono richiamati tanto che viene voglia di mollare, ma non bisogna farlo e questo film vi invita a questo”.
Anche Viola Davis, premiata per il suo ruolo in Fences / Barriere ha fatto un discorso di ringraziamento commovente ricordando suo padre, un uomo che aveva dovuto lasciare la scuola da bambino ma ha trovato il modo di raccontare la sua storia. Una dedica impegnata per Tom Hiddleston, miglior attore in una serie drammatica per The Night Manager, Hiddleston ha ricordato la “difficilissima situazione in Sudan dove soffrono moltissimi bambini, dove si svolge il traffico delle armi. Mentre giravamo abbiamo incontrato un gruppo di medici di Medecin sans frontiere e chiacchierando con loro mi hanno raccontato che la serie aveva sollevato un po’ le loro serate e questo è stato la più grande soddisfazione”.
Film straniero parla francese e la miglior attrice drammatica è Isabelle Huppert. Come miglior film non in lingua inglese è stato scelto Elle del regista olandese Paul Verhoeven (Basic Instinct). Presentato al festival di Cannes, il film tratto dal romanzo di Philippe Djian Oh… (Voland, 2013) racconta la storia di Michelle (Isabelle Huppert), una donna che dopo aver subito uno stupro decide di non fare denuncia alla polizia e che, quando scopre chi è il suo aggressore, instaura con lui un rapporto sadomaso, una sorta di replica della prima violenza. Il maestro olandese sul palco ha ringraziato la star francese per “il suo talento, la sua audacia e l’autenticità della tua performance”. Ha chiuso il suo discorso con una vera dichiarazione d’amore a Huppert: “I love you, I love you, I love you” ha ripetuto Verhoeven. A sopresa il riconoscimento come miglior attrice drammatica è andato anche all’attrice francese che emozionatissima e sorpresa ha ringraziato il suo regista.

TUTTI I PREMI
Miglior film drammatico
Moonlight di Barry Jenkins
Miglior attrice drammatica
Isabelle Huppert per Elle
Miglior attore in un film drammatico
Casey Affleck per Manchester by the Sea
Miglior commedia
La La Land di Damien Chazelle
Miglior attrice in una commedia o musical
Emma Stone per La La Land
Miglior attore in una serie tv musical o commedia
Donald Glover per Atlanta
Miglior regista
Damien Chazelle per La La Land
Miglior serie tv drammatica
The Crown
Miglior attrice in una serie drammatica
Claire Foy per The Crown
Miglior attore in una miniserie
Tom Hiddleston per The Night Manager
Miglior film straniero
Elle di Paul Verhoeven (Francia)
Miglior cartoon
Zootropolis
Miglior sceneggiatura
Damien Chazelle per La La Land
Miglior attore protagonista di una commedia o musical
Ryan Gosling per La La Land
Miglior attrice non protagonista in una serie
Olivia Colman per The Night Manager
Miglior attrice non protagonista in un film
Viola Davis per Fences (Barriere)
Miglior canzone originale
City of Stars di La La Land (Justin Hurwitz, Benj Pasek, Justin Paul)
Migliore colonna sonora
La La Land (Justin Hurwitz)
Miglior attore non protagonista in una serie
Hugh Laurie per The Night Manager
Miglior serie o film per la tv
American Crime Story: The people vs O.J. Simpson
Miglior attrice in una serie o film per la tv
Sarah Paulson per American Crime Story
Miglior serie o film per la tv: musical o commedia
Atlanta
Miglior attrice in una serie: musical o commedia
Tracee Ellis Ross per Black-ish
Miglior attore in una serie drammatica
Billy Bob Thornton per Goliath
Miglior attore non protagonista in un film
Aaron Taylor-Johnson per Animali notturni

Chiara Ugolini, La Repubblica

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