Il matrimonio (vip) di Paola Turani

L’influencer ha detto sì sabato 5 luglio, con una cerimonia privata a Desenzano del Garda. Ospiti, a quello che è stato ribattezzato #TurpellasWedding, anche Michelle Hunziker, Aurora Ramazzotti e Riccardo Pozzoli

Paola Turani si è sposata a Desenzano del Garda, con una cerimonia serale nella quale sono stati gli abiti a farla da padroni, gli amici influencer e il corredo di occhi virtuali che si sono portati appresso. La modella, che su Instagram vanta un seguito di un milione di follower, si è unita all’imprenditore Riccardo Serpella con un rito civile, all’americana. La passerella era ampia, cosparsa di petali e fiori. Le sedie, bianche, la cingevano come una piccola cornice. A sormontarla, non era il cielo, ma una tensostruttura in legno, con lampadari decorati e tende bianche.

La cerimonia, dove non c’è stata marcia nuziale, è stata inframezzata dai discorsi degli amici. Di Giulia Valentina, altra influencer, del fratello di Paola, Stefano. Le fedi sono arrivate insieme ai cani di famiglia e l’abito, con una coda immensa firmata Atelier Emé, è stato presto sostituito.

Una volta sbrigata la parte formale del matrimonio, Paola Turani s’è cambiata d’abito. Prima, un abito lungo, a sirena, con la schiena scoperta. Poi, per la festa danzante, un terzo abito, corto, vagamente anni Trenta. A filmare l’evento, testimoniando così la metamorfosi stilistica della Turani, sono stati gli amici blasonati.

Michelle Hunziker, il cui marito, Tomaso Trussardi, è stato scelto come testimone da Riccardo Serpella. Aurora Ramazzotti, presente insieme al fidanzato Goffredo Cerza. Camilla Boniardi, alias Camihawke. Riccardo Pozzoli. L’Estetista Cinica e Tess Masazza, Enrico Papi e Demetrio Albertini.

«Marito e moglie», si è limitata a scrivere Paola Turani su Instagram, quando, a festa finita, ha condiviso la prima foto ufficiale delle sue nozze con hashtag #Turpellas. «Congratulazioni. Ora inizia la parte più bella della vostra vita insieme», le ha risposto Chiara Ferragni.

Claudia Casiraghi, Vanity Fair

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