Teresa Ciabatti sconfitta al Premio Strega. Molti esultano per la “non vittoria” e Melissa P la difende

Premio Strega edizione numero settantuno, the day after. La vittoria di Paolo Cognetti (208 voti con “Le otto montagne”, Einaudi) ha confermato la certezza di una vittoria di cui eravamo in molti ad esserne a conoscenza, ma non ha placato gli animi. Di chi? Delle tante, troppe, persone che hanno esultato per la “non vittoria” della scrittrice Teresa Ciabatti, arrivata seconda con 119 voti con il suo romanzo “La più amata” (Mondadori). Già al Ninfeo, ieri sera, pensando di non essere visto, c’è stato chi ha esultato e i “festeggiamenti” sono continuati anche sui social network.

Immediate le reazioni degli amici più cari della Ciabatti, per lo più giornalisti, artisti e scrittori, che hanno subito preso le sue difese, anche perché – questo lo diciamo noi – tutto questo accanimento nei suoi confronti, iniziato mesi fa già prima della Cinquina, è alquanto incomprensibile.

“Sulla mia bacheca c’è più gente che esulta per la non vittoria di Teresa Ciabatti che per la vittoria di Paolo Cognetti”, scrive sul suo profilo Facebook Melissa Panarello, meglio conosciuta sotto lo pseudonimo di Melissa P, che anni fa divenne un vero e proprio caso editoriale (anch’esso soggetto a molte critiche) con il suo bestseller da un milione di copie “Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire“.

“Il che, in poche parole, fa capire quanto quella di Teresa sia tutt’altro che una sconfitta” – precisa – “e soprattutto fa capire che non state bene per niente. “In Italia si invidia sempre il successo e non si esalta, mentre invece la sconfitta diventa alibi per andare addosso agli altri”, commenta un altro utente, “è una perfetta descrizione del disgusto“, aggiunge un altro.

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”, recita il primo comma dell’articolo 21 della Costituzione Italiana, dedicato al diritto di critica, ma la stessa, come il diritto di cronaca, “deve poggiarsi su un fatto vero o collettivamente riconosciuto”, ma – soprattutto – “deve essere fatto con un linguaggio non offensivo e immorale, senza mai sfociare in ingiurie, contumelie ed offese gratuite o trascendere in attacchi personali diretti a colpire sul piano individuale la figura del soggetto criticato”. Cosa che è stata fatta, invece, in questo caso.

Polemiche a parte, Teresa Ciabatti dopo la proclamazione del vincitore ha dichiarato di essere felice per la vittoria del suo “avversario”, si è complimentata con lui ed ha partecipato alla cena in suo onore organizzata dalla casa editrice Einaudi sulla terrazza della Galleria Nazionale, ai Parioli. In molti l’hanno abbracciata e in tantissimi – a cominciare da Carlo Carabba, responsabile della narrativa italiana della Mondadori – si sono congratulati con lei che a differenza di quanto si possa pensare, ha confermato di essere “La più amata”.

Giuseppe Fantasia, Huffington Post

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