Restaurare la Gioconda: Mattarella afferma “Decisione difficile”

Ha 500 anni, ha vissuto più a Parigi che in Italia, è stata esposta a Versailles e nella camera da letto di Napoleone, è stata rubata, ritrovata, copiata innumerevoli volte, vandalizzata e già restaurata. Viene vista da una media di 80mila persone ogni giorno in una sala a lei appositamente dedicata nel museo Louvre. E’ senza ombra di dubbio il quadro più famoso al mondo. La Gioconda di Leonardo da Vinci è ancora oggetto di curiosità e dilemmi, come quello che riguarda un nuovo ipotetico restauro.

Ne hanno parlato oggi il Capo dello Stato Sergio Mattarella, Emmanuelle e Brigitte Macron e Sebastien Allard, direttore del dipartimento Pittura del Louvre. Mattarella si trova nel celebre museo per inaugurare la mostra “Napoli a Parigi” e non poteva mancare un saluto alla Monna Lisa. Con tanto di “photo opportunity”.

Qui è la moglie del Presidente francese, Brigitte, ad aprire la discussione ricordando che da decenni i maggiori storici dell’arte discutono della possibilità di restaurare la Gioconda, con pareri favorevoli e contrari. “Il restauro – è intervenuta Brigitte – potrebbe far emergere che il vero sfondo della Gioconda è simile a quello di un’altra opera leonardesca, ”Sant’Anna con la Vergine e il Bambino”, che di recente è stata “ripulita” con tecnologie all’avanguardia. “E’ una decisione difficile”, ha concordato Sergio Mattarella senza andare oltre questa constatazione. “Solo il Presidente può prendere questa decisione”, ha osservato il commissario Sebastien Allard, direttore del dipartimento Pittura del Louvre. Silenzio invece da parte del protagonista, il presidente Macron.

Cosa ci sia alle spalle della Gioconda ancora non è stato accertato. Gli studiosi di Leonardo sostengono che difficilmente possa trattarsi di uno sfondo astratto, e che verosimilmente sarebbe un punto preciso della Toscana, cioè là dove l’Arno supera le campagne di Arezzo e si incontra con le acque della Val di Chiana. Altri sostengono che non sia la Toscana, ma una zona prealpina, e precisamente i dintorni di Lecco. O addirittura il lago di Iseo o le pianure pontine paludose, o la Val Trebbia o il Montefeltro. Un restauro accurato potrebbe far emergere ulteriori particolari.

Il ritratto è stato dipinto su una tavola di pioppo che nel tempo ha reso più scuri i colori e crepato la pittura. Monna Lisa si è deteriorata in modo significativo e ha “perso” nitidezza nel tempo. Ma mettere le mani su una tale opera inestimabile è una decisione di grande responsabilità, oltre che un cospicuo impegno economico. Per questo si tratta di una scelta presidenziale.

Perché la scelta di restaurare la Gioconda spetterebbe a Macron?
La Gioconda ha un passaporto francese, Leonardo stesso la portò lì nel 1516, una decina d’anni dopo averla dipinta. Non sappiamo se la regalò al re in segno di riconoscenza o se gliela vendette, ma fu una scelta dell’autore quella di farla vivere oltralpe.

Infatti, in un elenco di opere trafugate da Napoleone in Italia e portate in Francia, che il ministro della Cultura Sangiuliano ha recentemente sottoposto alla direttrice del Louvre, manca la Gioconda proprio perché lo Stato francese ne è il legittimo proprietario.

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