DA CANNES A ROMA, I FILM DALLA CROISETTE ALLE SALE DELLA CAPITALE

Dall’8 al 12 giugno in versione originale con sottotitolinei cinema Eden, Fiamma e Quattro Fontane

cannesLa Palma d’oro I, Daniel Blake di Ken Loach, il Gran premio della giuria Juste la fin du monde di Xavier Dolan, il premio per la regia, Bacalaureat di Cristian Mungiu, la Camera d’oro Divines di Houda. E, ancora, The Saleman di Asghar Farhadi che ha vinto per la miglior sceneggiatura e interpretazione maschile. Arrivano a Roma — da oggi fino a domenica — i film di Cannes 69 e il palmarès uscito dal cappello della giuria guidata da George Miller è ben rappresentato. Insieme a una significativa selezione di opere presentate sulla Croisette nelle sezioni parallele come i due premiati alla Quinzaine des réalisateurs: Wolf and Sheep dell’esordiente afgana ventiseienne Shahrbanoo Sadat che ha conquistato l’Art Cinema Award o L’effet aquatique, opera postuma di Solveig Anspach a cui è andato il Sacd.
Diciotto opere, ogni pellicola presentata da un critico che l’ha amata
«Le vie del cinema da Cannes a Roma» — la rassegna dell’Anec Lazio con la Regione che per il secondo anno rientra tra le iniziative CityFest della Fondazione Cinema — presenta un cartellone che ben sintetizza la passata edizione del festival, quest’anno particolarmente ricco di titoli che hanno lasciato il segno. «È grande cinema per un pubblico di qualità ma anche più largo e popolare. Ogni film sarà presentato da un critico che l’ha amato — anticipa la direttrice artistica Georgette Ranucci — . Speriamo di portare anche un piccolo aiuto per quel prolungamento della stagione cinematografica in Italia di cui si parla tanto ma che non avviene mai». In attesa di ritrovarli nelle sale (molti dei film hanno una distribuzione italiana), vale la pena di godersi in anteprima (in versione originale) le diciotto opere.
La scelta dal Concorso e dalle altre sezioni: Quinzaine e Semaine
Quelle già citate, scelte dai giurati. Ma anche altre, come l’incantevole Ma vie de courgette animazione in stop motion diretto da Claude Barras e scritto da Céline Sciamma (la regista di Tomboy e Diamante nero) a partire dal romanzo di Gilles Paris. Protagonista un ragazzino orfano, detto courgette (zucchina) e i suoi giovanissimi compagni di sventure e avventure. Uno sguardo adulto sull’infanzia che ha incantato la Quinzaine. Applauditissimo come anche Neruda di Pablo Larraìn, con Gael García Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegers e Luis Gnecco, biografia del grande poeta cileno incentrata sugli anni tra il 1946 e 1948. Dal concorso arrivano anche Sierranevada, del regista rumeno Cristi Puiu, gruppo di famiglia in un interno claustrofobico e impietoso. O il brasiliano Aquarius di Kleber Mendonca Filho con una Sonia Braga di straordinaria intensità. Notevole anche l’interpretazione di Gerard Depardieu in Tour de France di Rachid Djaïdani, ancora dalla Quinzaine. Come due film firmati da maestri: Poesia sin fin di Alejandro Jodorowski, una sorta di proseguimento del precedente La danza de la realidad e Dog eat Dog di Paul Schrader con la coppia Nicholas Cage e Willem Defoe. Infine dalla Semaine de la critique, dove è stato presentato come evento speciale, I tempi felici verranno presto secondo lungometraggio del nostro Alessandro Comodin.

Corriere della Sera

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