Lo studiolo di Umberto Eco ricreato alla Biblioteca Braidense di Milano

Per la prima volta viene esposta al pubblico la collezione di oltre 1.300 titoli rari appartenuti al filosofo

Fino al 2 luglio 2022 a Milano è aperta la mostra “L’idea della biblioteca. La collezione di libri antichi di Umberto Eco alla Biblioteca Nazionale Braidense”. È la prima occasione di ammirare una selezione dei volumi che componevano la biblioteca di libri antichi del filosofo denominata “Bibliotheca semiologica curiosa, lunatica, magica et pneumatica” e formata da Umberto Eco nel corso della sua attività di bibliofilo. La collezione, acquisita dal ministero della Cultura dalla famiglia nel 2018, conta circa 1.200 edizioni anteriori al Novecento, e comprende 36 incunaboli e 380 volumi stampati tra il XVI e il XIX secolo.

Inaugurato nella Biblioteca anche lo “Studiolo”, uno spazio a disposizione degli studiosi, accanto alla sala manzoniana, dove verranno conservati tutti i titoli rari appartenuti al filosofo e che preserva il più possibile la collocazione dei libri così come Eco l’aveva voluta nella sua casa milanese in una stanza, la ‘stanza degli antichi’, che si affacciava sul Castello Sforzesco. Nello studiolo ricreato alla Braidense non sono stati riuniti solo gli oltre 1.300 titoli rari ma anche alcuni dei suoi oggetti personali: ci sono il suo flauto, i bastoni, la lampada verde, i pupazzetti di Linus, fumetti di Mandrake e Topolino, la scala.

“La stanza degli antichi – raccontano Renate, Carlotta e Stefano Eco – fu da subito il rifugio di Umberto, senza telefono, senza computer, con gli spartiti e i suoi flauti, che suonava quasi ogni giorno”. “Umberto era fiero della rarità di molti dei suoi acquisti, e li mostrava – ricordano – ai familiari e ai pochi amici ammessi nella stanza con l’orgoglio e il sorriso del collezionista appassionato. Ai nipoti mostrava con divertimento gli animali, i mostri e le creature dai libri di Aldrovandi e Kircher, agli altri anche l’Atalanta fugiens colorata di Meyer, o la splendida composizione delle pagine della Hypnerotomachia Poliphili, stampata da Aldo Manuzio nel 1499”.

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