Roma, non solo gossip: Can Yaman «cuore d’oro» presta il volto alla campagna Oms sull’igiene

C’è tanta solidarietà nella nuova vita romana di Can Yaman. Nella Giornata mondiale dell’igiene delle mani ideata dall’Organizzazione mondiale della Sanità, l’attore ha infatti prestato il suo volto per un evento che servisse a ricordare l’importanza di questo gesto semplice, ma essenziale, nella prevenzione delle infezioni trasmissibili, soprattutto negli ambienti ospedalieri e di cura.

«Pulire le mani: un piccolo gesto di attenzione può salvare una vita, soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria mondiale» ha detto ribadito l’attore turco, testimonial d’eccezione di questa giornata al fianco di Fabrizio d’Alba, direttore generale del Policlinico Umberto I. A precedere l’iniziativa un flash mob che ha visto studenti del Dipartimento delle professioni sanitarie schierati a largo Busi. Quello di Can Yaman è solo uno dei gesti che mostrano la sensibilità dell’attore ai temi che ruotano attorno alla salute. Mentre si prepara ad altri progetti, soprattutto rivolti ai piccoli pazienti ricoverati, già nei giorni scorsi ha fatto visita ai bambini ricoverati in ospedale al Policlinico Umberto I. Un grande gesto che è valso più di mille foto e notizie gossip che in questi giorni riempiono i giornali.

Non è la prima volta che il 31enne dal cuore d’oro sostiene associazioni ed iniziative sociali per aiutare i bambini e i meno fortunati. Già in passato, quando ancora non si era trasferito a Roma per preparare Sandokan, aveva dato vita a una catena di solidarietà aiutando due bimbi, Pamir e Giovanni, entrambi affetti da rare malattia. Grazie alla sua generosità, e a quella delle sue fan, aveva potuto sostenere le spese per le cure mediche dei due bambini. Lo scorso gennaio aveva invece regalato la cioccolata dono delle fan al reparto infantile dell’ospedale romano. E, mentre tutto il mondo del gossip è concentrato sulla sua vita privata, e sulla storia con Diletta Leotta, Can continua a fare visita e ad avviare progetti con il reparto Oncologico pediatrico dell’Umberto I di Roma.

(Floriana Rullo – Corriere della Sera)

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