Tv: Seven women, da Fran Drescher a Rula Jebreal

Donne che lottano nel film di Yvonne Scio’ l’8 marzo su Sky Arte

Hanno la grinta nel sangue e determinazione da vendere le donne che Yvonne Scio‘ ha scelto come protagoniste del suo “Seven women“, il film documentario di cui è autrice, regista e produttrice che sarà in onda l’8 marzo in prima assoluta e in esclusiva su Sky Arte HD (canale 120 e 400 di Sky) alle 21.15. Al centro del film 7 donne più o meno note, incontrate dalla regista tra Stati Uniti e Italia, che raccontano le loro vite a viso aperto: c’è Rosita Missoni, fondatrice con Ottavio della celebre maison, c’è Patricia Field, costumista di film cult come “Il diavolo veste Prada“, e poi la giornalista di origini palestinesi Rula Jebreal, le artiste Alba Clemente e Susanne Bartsch, la prima top model di colore Bethann Hardison, impegnata politicamente per i diritti degli afroamericani, fino all’attrice Fran Drescher, protagonista amatissima della serie The Nanny (in Italia La tata).
Non poteva esserci data migliore dell’8 marzo per presentare al pubblico un prodotto capace di descrivere con efficacia e verità il mondo femminile: scegliendo storie radicalmente diverse tra loro, Yvonne Scio’ pone l’accento sulla sincerità del racconto, in cui donne che hanno ‘vinto’ nella vita sono riuscite a farlo semplicemente esprimendo al meglio se stesse, ascoltando il cuore e dando voce al proprio coraggio di fronte alle difficoltà, alle paure e ai fallimenti. I temi che emergono in “Seven women” spaziano dalla famiglia alla capacità di rompere gli schemi, dalla malattia all’arte, dall’America di Trump ai diritti negati alle minoranze, dalla tenacia alla voglia di mettersi in gioco. Irrompe anche la violenza, come quando Fran Drescher racconta dello stupro subìto, ma è un tema che seppur forte non prevale sugli altri. Tuttavia, balza agli occhi, soprattutto ora, nell’epoca del #MeToo.
“Il film è antecedente al fenomeno #MeToo, e comunque credo che non esista solo la violenza da raccontare. In un momento storico come questo serve ascoltare storie di donne che hanno preso la vita di petto affermando la propria identità” spiega all’ANSA alla presentazione del film in anteprima al Maxxi di Roma Yvonne Scio’, alla seconda avventura come regista dopo Roxanne Lowit Magic Moments. “Certo, bisogna denunciare, anche dopo anni, meglio tardi che mai”, dice tornando sul tema della violenza, “ma a noi che lavoriamo nello spettacolo brutte esperienze possono capitare. L’importante è reagire e evitare certe situazioni quando si intuisce il pericolo. Io penso di più alle donne normali, che hanno figli, e subiscono pressioni”. “Amo raccontare le donne, quelle che lottano e che magari sono riuscite ad anticipare i tempi senza smettere mai di sognare. L’ho fatto con toni bassi, ma rispetto al mio primo film ho alzato un pochino la voce”, aggiunge sottolineando che ciò che accomuna questi sette ritratti “è proprio la diversità delle protagoniste“.

ANSA

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