RADIO, APERTURA SULLE FREQUENZE

Convegno Aeranti-Corallo. Il presidente Agcom Cardani: riorganizzare gli spazi di trasmissione
Giacomelli: pronti a incontro con la Difesa per il canale 13

di Gianfranco Ferroni, ItaliaOggi

radio«Il problema delle frequenze è colossale», ha detto il presidente di Agcom Angelo Marcello Cardani. E il sottosegretario alle comunicazioni Antonello Giacomelli, d’accordo con l’autorità, ha indicato la strada maestra per andare incontro agli operatori radiofonici (vedere ItaliaOggi di ieri): «non ho nessuna difficoltà ad accogliere l’invito per promuovere un incontro chiarificatore con la Difesa per il canale 13.
Per l’importanza che avrebbe per il settore la disponibilità di quel canale». Sì, il futuro della radio è digitale, ma servono frequenze per tutti. Il coordinatore Aeranti-Corallo Marco Rossignoli, ieri nella sede romana di Confcommercio, durante il convegno sull’emittenza locale nella radio digitale, ha sottolineato come, «in un mondo dei media in cui tutto sta cambiando, la radio conserva intatta la sua centralità nel sistema della comunicazione. Con il Dab+ è ora possibile, a parità di banda, diffondere un maggior numero di programmi e arricchire anche il contenuto multimediale trasmesso. Se da una parte esprimiamo un giudizio positivo circa la recente accelerazione allo sviluppo Dab+ impressa dall’Agcom, dobbiamo allo stesso tempo evidenziare una forte preoccupazione che tale sviluppo possa avvenire senza il pieno coinvolgimento dell’emittenza radiofonica locale e quindi attraverso un processo che, nei fatti, non rappresenta la naturale evoluzione della radiofonia analogica».
Allo stato, ha ricordato lo stesso Rossignoli, «non vi sono frequenze sufficienti per permettere l’avvio del digitale a regime nei 23 bacini non ancora pianificati. Ciò danneggerebbe irrimediabilmente non solo l’emittenza radiofonica locale, ma anche l’intero processo di digitalizzazione che non basandosi, a differenza del settore tv, su uno switch off, bensì sullo sviluppo del mercato, necessita di una forte spinta propulsiva da parte di tutti gli attori del mercato». Rossignoli ha così sollecitato l’attribuzione di nuove risorse frequenziali al Dab+, come quelle della banda 230-240 Mhz (il cosiddetto canale 13 Vhf) attualmente attribuito al ministero della difesa dal Piano di ripartizione delle frequenze (Pnrf), ma non utilizzato.
Per Cardani «le frequenze vanno riorganizzate, deve essere fatto spazio per la telefonia, deve essere messo un po’ d’ordine. L’Italia è molto diversa dagli altri paesi europei per quanto riguarda l’affollamento. Entro il giugno 2018 dovremo intervenire, per un problema che non è esclusivamente dei canali da assegnare al Dab o alla radio. Il concessionario del servizio pubblico fino a ora non ha mostrato un entusiasmo bruciante su questi problemi: per fortuna abbiamo adesso la discussione del nuovo contratto, e in quella sede bisognerà affrontare anche questo tema». Secondo Cardani, «buona parte di quello che dobbiamo fare lo abbiamo fatto. È una tecnologia che promette molto. Io sono un appassionato di radio». Occorre «attenzione e riguardo a questa nuova tecnologia. È il rilancio della radio. La radio ha una capacità di resilienza alle fluttuazioni del ciclo economico e ha delle barriere all’entrata molto minori. In questo ricorda un altro strumento di comunicazione: il web».
Il sottosegretario alle comunicazioni Giacomelli, condividendo la relazione di Rossignoli, ha rilevato che «andiamo inevitabilmente verso la fine della legislatura». Serve «un confronto con ciascuno dei soggetti, una road map per mantenere gli impegni presi: abbiamo riscritto la regola sui contributi e fra poco il consiglio dei ministri approverà il regolamento. La proposta era uscita dal Mise nel luglio 2016, da allora ha fatto 23 passaggi. Abbiamo portato un livello sufficiente di risorse, perché abbiamo sancito l’idea che una quota del canone Rai vada all’emittenza locale». Per Giacomelli, il rischio del digitale è quello della «doppia velocità: Agcom ha pianificato quello che esisteva. Vediamo centralità al Dab e pianificazione della banda 700 come un’opportunità».

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