Prima della Prima della Scala: gossip e rivalità fra le dame. I retroscena dell’evento mondano più atteso a Milano

Un appuntamento nell’appuntamento. Milano si veste a festa per la Prima della Scala, in programma oggi, 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio. Serata inaugurale della nuova stagione lirica, eventone che coinvolge città e mezzo mondo. In scena il ‘Macbeth‘ di Giuseppe Verdi, all’indomani dell’entrata in vigore del supergreen pass. Al quale si è subito adeguato il protocollo scaligero. Le sciurissime che da mesi lavorano alla mise sberluccicanti da esibire, compreso trucco e parrucco, devono invece subito sloggiare dal foyer. Cioè, una volta varcata la soglia, sfilare velocissimamente sul red carpet, fotografia, abbassare la mascherina, sorriso e rialzarla subito. Poi di corsa a prendere posto nel parterre. I tempi saranno scanditi dalle maschere, consigliato portarsi dietro un cronometro per non sforare i tempi. Vietati indugi e assembramenti.

Solo da lontano le sciure si potranno lanciare occhiate di apprezzamento o di biasimo. Per i look “promossi e bocciati” bisogna aspettare almeno la fine del primo atto per vedere chi è stato più veloce a instagrammarsi. I pollici dei social fanno da vero arbiter elegantiarum. Ricordiamo alcune regole da bon ton scaligero: mai vestirsi di rosso perché altrimenti ti confondi la poltrona di velluto rosso. Mai di viola, perché porta sfortuna. Mai cappelli e pettinature montanti alla Marie Antoinette per intenderci, per non impedire la visuale a chi è seduto dietro.

Laura Morino, event maker, da 25 anni, insieme al marito, l’industriale Adriano Teso, sono presenza fissa. Le sue mise sempre disegnata da Lella Curiel, la regina delle stiliste all’ombra della Madunnin, sono in tema con l’Opera in scena. Quest’anno lascia appena trapelare qualche discrezione: “Niente oro e luccichii, il Macbethcerto non è facile da interpretare ma sarò sobria come impongono i tempi…”. Dopo anni di svippate, di eccessi, di uova marce lanciate addosso alle signore impellicciate, quando ogni palco era una “vetrina” di potere, ci voleva una pandemia per ritornare a quel understatement che faceva così chic. Quando nel 1951 cominciò una sorta di belle èpoque con la Callas sul palco e in platea sedevano Ingrid Bergman, Anna Magnani, Grace di Monaco. Si ritorna ai nostri giorni: il rito collettivo di appaio-e-dunque-sono fu sospeso l’anno scorso per pandemia (la Prima andò in scena a porte chiuse senza pubblico), quest’anno invece è dimezzato e privato della cena esclusiva e conclusiva, dunque niente sbattimenti per farsi invitare.

Ilfattoquotidiano.it

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